The people’s Queen

Alle 14.22 Her Majesty lascia Buckingham Palace e va incontro al suo popolo, che potrà renderle l’ultimo omaggio lungo i quattro giorni e la cinque notti in cui la salma resterà esposta a Westminster Hall, l’edificio più antico del complesso che ospita il Parlamento (e il Big Ben).

Il corteo passa sotto il balcone da cui la si è affacciata per l’ultima volta al termine del Platinum Jubilee; era lo scorso 5 giugno, le restavano 95 giorni.

Sulla bara avvolta dallo stendardo reale è posata una corona di fiori bianchi, la terza che vediamo; è composta da rose e lavanda che vengono dal parco di Windsor, con rami di pino raccolti a Balmoral. Su un cuscino di velluto viola è stata deposta la Imperial State Crown, le cui perle ondeggiano al movimento del feretro, trasportato su un affusto di cannone tirato da cavalli neri.

Il corteo avanza, il passo dei soldati che a lei e non al Parlamento hanno giurato fedeltà è ritmato, scandito dalla musica – tra cui la Marche Funèbre di Chopin – suonata dalla banda militare coni tamburi “imbustati” in drappi neri. Secondo la tradizione sono gli uomini ad accompagnare Elizabeth loro madre, nonna, zia, cugina, suocera; sola eccezione, la Princess Royal, che ripete il gesto fatto per il funerale della nonna, vent’anni fa. Molti di voi sono rimasti affascinati dalla principessa e dal suo comportamento; abbiamo parlato poco di lei ma rimedieremo al più presto.

(Ph: MOD)

In prima fila ci sono i figli in ordine d’età Charles Anne Andrew e Edward, Dietro di loro i nipoti, William Harry e Peter Phillips (manca il visconte di Severn, figlio di Edward, che non ha ancora 15 anni). In terza fila il Conte di Snowdon, figlio della Principessa Margaret; il Duca di Gloucester, cugino della sovrana e Tim Laurence, marito di Anne. Il corteo compie il tragitto (meno di un chilometro e mezzo) nei 38 minuti previsti, al secondo. Elizabeth è puntuale anche nei suoi ultimi appuntamenti. Prima di entrare a Westminster Hall il corteo passa davanti alla statua di Winston Churchill, in Parliament Square; fu l’ultimo a ricevere l’onore di un funerale di stato nel gennaio del 1965 ed era stato il primo Prime Minister di Elizabeth regina.

Funerali di Stato per Winston Churchill (Ph: Channel 5)

Mentre ieri atterrava l’aereo che da Edimburgo riportava a Londra il corpo della defunta sovrana, pensavo come il suo regno fosse iniziato proprio così, scendendo da un aereo. Era il febbraio di settant’anni fa, e la giovane Elizabeth tornò in fretta e furia dal Kenia, dove era in visita, alla notizia della morte del padre che la rendeva regina. Ad accoglierla c’era il Prime Minister, Churchill, che durante il viaggio in auto fino all’aeroporto aveva dettato il discorso che avrebbe tenuto ai Comuni alla segretaria. La quale in seguito raccontò al figlio che in quell’auto piangevano tutti: lei, Churchill, la sua guardia del corpo, l’autista. Quella segretaria era Jane Portal, ora Lady Williams, e il figlio Justin Welby, l’Arcivescovo di Canterbury che oggi a Westminster Hall ha benedetto la salma, e pregato per la sua anima.

E lì, nell’antico edificio c’era tutta la famiglia ad attendere Elizabeth.

C’è qualcuno che, guardando il corteo funebre che accompagna il feretro della sovrana da Buckingham Palace a Westminster, non abbia pensato solo per un attimo a quello di venticinque anni fa, per Diana?Non so voi, ma io lo trovo molto diverso. In quel caso il sentimento principale era la disperazione; questa volta ci sono dolore e tristezza ma c’è anche la speranza. Rappresentata proprio da quei due ragazzi disperati, ora due uomini; l’uno pronto ad assumere le responsabilità che lo attendono, l’altro a organizzarsi la vita in un modo che forse non avrebbe immaginato.

Ora so che avete due obiezioni. La prima: perché solo Andrew e Harry, che in effetti sono gli unici ad avere una cartiera militare, non hanno potuto indossare la divisa? Perché l’uniforme non è un abito qualsiasi, dunque la facoltà di indossarlo rispetta alcune regole fondamentali, in assenza delle quali non è concesso, e basta. Mai sentito parlare dell’affaire Dreyfus?

Seconda: Avrete senz’altro notato che dopo la preghiera i Sussex erano mano nella mano. È grave? No. È corretto? Non particolarmente, avrei evitato. Ma loro sono così, se li inviti per il tuo compleanno e chiedi di portare la torta, sanno che ami il profiterol, ma portano la cheesecake perché piace a loro.

Nel prossimo post continueremo a parlare delle royal ladies, come le abbiamo viste a Westminster, con un occhio anche alle mise e soprattutto ai gioielli.

Se vi siete persi il corteo di oggi potete rivederlo a questo link https://www.youtube.com/watch?v=pKNXu5n70bs

40 anni senza Grace

Il 14 settembre 1982 Grace de Monaco muore per le conseguenze di un incidente stradale avvenuto il giorno prima sulla stada tra Monaco e La Turbie; la principessa stava tornando nel Principato con la figlia Stéphanie. Dato che i social non c’erano ancora ma gli stupidi sì, anche all’epoca girarono voci di complotto, o verità innominabili: la principessa stava litigando furiosamente con la figlia, o sarebbe stata adririttura Stéphanie, diciassettenne senza patente, a guidare.

(Ph: Italo Bazzoli/Archives du Palais princier)

Molti lettori di questo blog non erano nati, o erano così piccoli da non ricordare l’impatto che quella morte inattesa ebbe. Una fine così repentina a un’età ancora giovane (Grace avrebbe compiuto 53 anni due mesi dopo) chiudeva una vita autenticamente straordinaria. La ricca ragazza di Philadelphia – il padre Jack, olimpionico di origine irlandese, aveva fatto i soldi col mattone – va a Hollywood e in pochi anni diventa la musa di Hitchcock, gira pochi film (ma qualcuno fa la storia del cinema) e vince un Oscar. Poi conosce un principe e lo sposa, sedendosi con lui sul trono del regno più piccolo del mondo. Che lei contribuisce a far diventare ricchissimo grazie all’arrivo di capitali da oltreoceano, e superglam grazie alla sua affascinante presenza e al suo tocco quasi magico. All’epoca Lello Bersani, celebre giornalista esperto di cinema disse: un’attrice non può volere di più, una donna non può volere di più. Forse avrebbe voluto solo stare ancora accanto ai suoi figli, conoscere i suoi nipoti. Mentre piangiamo la scomparsa di una grande sovrana, un piccolo ricordo va anche a lei, Sua Maestà la Grazia.

Qui trovate alcuni post che Lady Violet le ha dedicato Grace, il cigno (parte prima) Grace, il cigno (parte seconda) lo Scorpio Ball Ladycameron giorno 2 – I mughetti di Grace