La Consorte più colorata, divertita e divertente compie oggi cinquant’anni, prima di una schiera di royal ladies che la seguiranno presto: Mary di Danimarca li compirà a febbraio dell’anno prossimo, poi a settembre l’algida Letizia di Spagna e Mathilde, Regina dei Belgi, a gennaio del 2023.
Per celebrare l’occasione, la Corte olandese ha diffuso tre nuove fotografie di Máxima, scattate dall’adorante marito all’inizio del mese nel parco della loro residenza, il palazzo Huis ten Bosch. La sovrana compare vestita in modo insolitamente semplice, con un pullover di cashmere bianco dal gran collo (di Massimo Dutti, brand alla portata di molti che io credevo italico, invece è spagnolo e fa parte del gruppo Zara); bella, sorridente e perfino pettinata, una delle sue versioni migliori di sempre, secondo Lady Violet.
Più autunnale ma sempre splendida quando si copre le spalle con la mantella pied-de-poule (Saint Laurent), e lascia intravvedere degli orecchini di una certa consistenza. Orecchini che possiamo ammirare in tutto il loro smisurato splendore nell’ultima foto: dei grandi fiori bianchi tridimensionali, molto da lei, che volendo potrebbero essere anche da noi: sono infatti Zara.
In effetti la prima foto non è di oggi ma di due giorni fa, il 31 gennaio, quando Beatrix- già Regina dei Paesi Bassi, tornata ad essere solo Principessa dopo l’abdicazione – ha compiuto 83 anni.
Nella foto pubblicata per l’occasione la ex sovrana, elegante e in splendida forma, mantiene il sorriso sereno e vagamente scanzonato che la contraddistingue da sempre. Eppure è una donna che ha sofferto molto, patendo anche lo strazio più atroce per un genitore: la morte di un figlio. Il suo, il secondogenito Johan Friso, si spense a 45 anni il 12 agosto 2013, dopo diciotto mesi di coma in seguito a un incidente di sci. Beatrix ha un forte legame con la nuora rimasta vedova, quella Mabel che Friso sposò contro il parere del Parlamento (lei aveva avuto in gioventù frequentazioni discutibili), rinunciando alla successione. Così come sembra in grande armonia con le altre due: Laurentien, prima ad entrare in famiglia sposando il figlio minore Constantijn e Máxima, oggi regina consorte. Pandemia permettendo, in maggio sarà festa grande nel Paese: il 17 Máxima compirà 50 anni, e in quello stesso giorno per Constantijn e Laurentien saranno 20 anni dal matrimonio civile (la cerimonia religiosa fu celebrata il 19). Intanto oggi anche i sovrani festeggiano il loro matrimonio: per loro gli anni sono 19, essendosi sposati ad Amsterdam il 2 febbraio 2002. Anche per loro c’erano state delle difficoltà, e neanche piccole: il padre di Máxima, Jorge Horacio Zorreguieta Stefanini, fu Ministro dell’Agricoltura nel feroce regime del generale Videla, e gli Olandesi non sono gente da accettare cose del genere; alla fine il Parlamento diede il beneplacito alle nozze (necessario per i principi Orange che vogliano sposarsi, pena la rinuncia alla successione) a condizione che il padre della sposa non si facesse vedere, e così fu.
Diciannove anni fa la bella argentina sposava il suo principe, e noi potevamo goderci la visione di uno degli abiti nuziali più belli di sempre, creazione di Sua Maestà Valentino, Imperatore della Couture, che ora potete rivedere in dettaglio in questo post A Royal Calendar – 2 febbraio 2002
Qualcuno forse avrà notato il low profile tenuto ultimamente dai sovrani olandesi; anche la loro Christmas card è stata diffusa senza particolare enfasi il 24, quasi fuori tempo massimo.
Per i loro auguri Willem-Alexander e Máxima hanno scelto una foto con le tre figlie, affacciati a un balcone della loro residenza, il palazzo Huis ten Bosch a L’Aja. La fotografia risale al 27 aprile scorso, giorno del cinquantatreesimo compleanno del Re; in quella data avrebbe dovuto essere celebrata anche la festa nazionale, ma a causa della pandemia ogni festeggiamento era stato annullato.
L’immagine è sicuramente poco natalizia, il glicine in fiore splendido, ma non è questo il punto; sembra infatti che ai sovrani non sia ancora stata del tutto perdonata l’intemerata di ottobre quando, mentre il Governo invitava gli Olandesi a rimanere a casa, loro pensarono bene di partire per un weekend nellaloro villa in Grecia, Seguì valanga di polemiche, precipitoso rientro in patria e pubbliche scuse televisive con facce opportunamente contrite (Le foto del giorno – Coppie reali). Willem-Alexander e Máxima erano già stati criticati in precedenza per l’atteggiamento non abbastanza rigoroso in merito alla pandemia; in agosto pubblicarono su Instagram una fotografia in compagnia di un ristoratore di Mykonos, in assenza di mascherine e di stanziamento. Decisamente la Grecia non porta loro troppa fortuna.
Non va meglio nel vicino Lussemburgo, dove a essere oggetto di serrate critiche sono i Granduchi Henri e Maria Teresa, che hanno trascorso le feste di fine anno a Biarritz, cittadina basca della Francia atlantica, dove hanno un buen retro. Non che abbiano commesso qualcosa di strettamente irregolare, ma non hanno dato il buon esempio, cosa che dei sovrani proprio non possono permettersi. Somma caduta di stile, la legge che stabiliva le nuove restrizioni dovute al covid è stata controfirmata dal sovrano proprio nell’appartamento-vista-mare di Biarritz, quelle horreur! Ci è voluto l’intervento di Xavier Bettel, Primo Ministro del Granducato, per cercare di metterci un’elegante pezza. Ah, les vacances!
Alla fine sono stati costretti a scusarsi; i sovrani olandesi hanno diffuso un video in cui con la necessaria contrizione parlano (in effetti parla solo lui) dell’episodio che li ha visti protagonisti nel weekend.
Venerdì Willem-Alexander e Máxima sono partiti con un aereo di stato per qualche giorno di vacanza nella villa che possiedono in Grecia. La reazione dei concittadini è stata tale da farli decidere a un precipitoso rientro il giorno dopo con un volo di linea. Va detto che pur nella stretta imposta dal covid viaggiare in Olanda è ancora permesso, ma moltissimi Olandesi hanno cancellato voli e spostamenti programmati nel timore che la situazione peggiori. I sovrani hanno dimostrato in questo caso una leggerezza e una mancanza di empatia che francamente mi hanno un po’ sorpreso, mettendo in atto comportamenti che rischiano di essere più gravi di quanto la loro stupidità lascerebbe immaginare. Direi che il Marchese del Grillo funziona solo al cinema, non è più tempo del Papa Re; speriamo che la lezioni sia servita.
Tutt’altra aria arriva dal Paese del Sol Levante; oggi l’Imperatrice Emerita compie 86 anni, e per celebrare l’occasione sono stati diffusi fotografia e video girati il 5 ottobre. Io resto sempre incantata dalla dignità, la serenità, la grazia, l’affetto composto ma profondo che comunica questa coppia. E considerando che Akihito compirà 87 anni tra due mesi, e che ha abdicato per ragioni di salute, mi sembra che tutto sommato stia abbastanza bene. Ne sono felice, e in loro onore vado a infilarmi un kimono.
Inizia col botto la settimana grazie alla Duchessa di Cambridge, che in qualità di patronessa del Natural History Museum ha premiato il vincitore del Wildlife Photographer of the Year. Premiazione virtuale, per cui le immagini della duchessa sono poche e neppure a figura intera, ma quello che si vede a me piace assai. Reso celebre da Marlene Dietrich, codificato da Yves Saint Laurent, lo smoking ormai è da decenni un classico nell’armadio delle signore. Quello indossato da Catherine viene dalla sua maison preferita, Alexander McQueen: splendido il taglio e ottima l’idea di sdrammatizzarlo con tshirt, cintura e un paio di orecchini di bigiotteria (Accessorize). Chic.
Catherine recupera il mood bon chic bon genre per la visita a Tommy, centro che si occupa di fecondazione e gravidanze a rischio. L’abito di Emilia Wickstead è veramente rappresentativo del suo stile, e infatti non solo l’ha già indossato, ma ce l’ha anche in lilla e verde oliva. Molto bello il punto di blu e scelta azzeccata, vista la necessità di indossare un camice; perfetto e very British l’abbinamento con la mascherina in tessuto Liberty, anche se in un ambiente sanitario forse sarebbe stata più indicata la quella chirurgica. Comunque chic.
Paesi Bassi
Settimana complicata per i sovrani olandesi, che appena atterrati nel sud della Grecia per un breve periodo di vacanza nella loro villa sulla costa del Peloponneso sono dovuti rientrare in patria in fretta e furia, subissati dalle critiche dei cittadini che si sono sentiti abbandonati nel momento dell’emergenza. La curva dei contagi covid nei Paesi Bassi si è impennata bruscamente nelle ultime settimane, ed essendo ora necessario un uso più rigoroso della mascherina i sovrani se la sono fatta ad hoc, in royal blue con corona ricamata.
La indossavano così martedì a un meeting con SchuldenlabNL, dove Máxima ha riciclato un bell’abito Bottega Veneta di qualche anno fa. Colore – un raffinato mauve – che non la valorizza, fitting pessimo, capelli più spettinati dal solito, insomma poteva fare meglio.
Inoltre il modello originale, come potete vedere, è più lungo e a mio avviso accorciarlo ne ha rovinata la linea. Era proprio necessario? Boh.
Sola, senza l’augusto consorte, la regina ha visitato l’Enik Recovery College, che si occupa di salute mentale a Utrecht. Abito rosso pomodoro firmato Natan, di una taglia in meno del necessario, collant semiopaco – torna l’autunno, torna l’incubo delle calze – giacchino nero come scarpe e clutch. Una mise che farebbe storcere il naso pure al più accanito milanista (e sui capelli non mi pronuncio più). Shock.
Monaco
Mascherina royal – in questo caso c’è lo scudo bianco/rosso dello stemma principesco – per Caroline de Monaco impegnata martedì sera con la figlia Charlotte nella consegna dei Premi della Fondation Prince Pierre. Mi piace il suo abito? Non mi fa impazzire, tra il tipo di ricamo la lunghezza e le maniche corte starebbe francamente male a chiunque. Ma lei, ora che si è liberata dai vincoli della bellezza e della moda, ha sublimato la figura esile in chic assoluto. Cosa penso di Charlotte? Sempre bella, sempre un po’ imbronciata, spesso in style boho parisienne che a me non dispiace, ma magari avrei scelto altro per un’occasione del genere. Boh.
Spagna
Settimana intensissima per i Borbone, dopo il Día de la Hispanidad, lunedì 12, si sono trasferiti a Oviedo per il premio Princesa de Asturias. Per la serata clou Letizia ha riciclato un abito dello spagnolo Atelier Delpozo, talmente scenografico da eclissare chiunque. Molto più moderno delle mise delle due figlie; Leonor vestita da madre della sposa, Sofía da bambola LENCI. Strepitosa la Reina Emérita, con uno dei suoi amati tailleur in una fantasia tra il pied-de-coq e il campuflage. Chic+chic le due Regine, le ragazze le giudicheremo quando saranno più grandi.
Per il ricevimento che ha preceduto la giornata del Premio la Reina ha riciclato di nuovo, questa volta un abito Carolina Herrera che vi era piaciuto tanto la prima volta che lo indossò, per l’inaugurazione della mostra Sorolla, Spanish master of light alla National Gallery (La foto del giorno – 14 marzo). Chic, poche storie. Molto graziose le due ragazze, e pure patriottiche, con abiti di brand spagnoli: fiorellini delicati per Leonor (Poète), rosso giovane e allegro per Sofía (Mango). Giustamente orgoglioso delle sue donne Felipe (che è chic a prescindere, ma questa è un’altra storia).
Gravemente penalizzata dalla drastica riduzione di materia prima causata dalle regole anti covid, proviamo oggi a ripartire con la nostra rubrica settimanale sperando davvero di poter replicare l’appuntamento ogni settimana.
Le signore in rosso
Dress to impress? Máxima! La Regina Consorte d’Olanda mercoledì 7 era a Utrecht per il progetto “Più musica in classe” e ha scelto il total red: sontuoso cappotto kimono in cachemire rosso con ricami (Oscar de la Renta), abito monacale appena più scuro (Massimo Dutti), stivali (sono i Laura Boots di Gianvito Rossi), e come borsa un classica MM Delvaux. Sarà un insieme troppo sobrio? Rischio di passare inosservata o – peggio – di deludere le schiere di miei adoratori? Deve essersi chiesta la bionda sovrana, e dunque prima di uscire ha aggiunto un paio di orecchini.
Due bei serpentoni che dal giardino dell’Eden ricamato sul cappotto si sono arrampicati sulle sue orecchie. Io la trovo fantastica, ma in che categoria la mettiamo? Boh.
Il giorno (anzi, la sera) dopo si replica con la sua gemella diversa, la Regina dei Belgi, che con la famiglia al completo ha presenziato all’inaugurazione dell’anno accademico della École Royale Militaire, frequentata dalla figlia maggiore Elizabeth. Come Máxima anche Mathilde è alta e bionda; purtroppo è anche fedelissima di Natan, che l’altra frequenta con minore accanimento. Questa volta Edouard Vermeulen, boss della Maison belga, impone alla sua sovrana un abito da istitutrice che le regala una decina d’anni e un paio di taglie, completato da un giacchino di mohair e dalla mascherina d’ordinanza, mentre Fabienne Delvigne fornisce la clutch e il solito bandeau, che francamente inizia a stufare.
La Reine è bella, ha classe e grazia ed è perciò sempre piacevole, ma conciata così la trovo terribile. Shock.
Terza moschettiera del rosso questa settimana è Letizia di Spagna, che per una riunione nella Residencia de Estudiantes, a Madrid, ricicla un tailleur pantalone di Roberto Torretta già visto in altre occasioni. E come in tutte quelle occasioni lo accessoria nello sesso modo: stiletto rivelato dallo spacco del pantalone e clutch pitonata, la Maysa, di Carolina Herrera. La giacca è piuttosto interessante, caratterizzata dal motivo del finto gilet a vista, le maniche un po’ troppo lunghe; in generale non mi fa impazzire ma è un look muy Letizia, molto adatto sia alla Reina sia all’occasione, dunque chic.
Le signore in viola
La futura regina di Svezia giovedì 8 ha raggiunto Solna, cittadina nei pressi della capitale, dove sorge l’ospedale pediatrico dedicato ad Astrid Lindgren, e con la collaborazione della signorina Maija di 9 anni ha inaugurato una statua dedicata all’amata scrittrice, “mamma” di Pippi Calzelunghe. Piuttosto crepuscolare la mise scelta da Victoria: uno di quei vestitoni a fiorellini che ama tanto color glicine appassito, completo di tronchetti grigi come la borsa, e un soprabito rosa polvere firmato, come del resto l’abito, dal brand finlandese Andiata.
Un insieme che un’amica di Lady Violet avrebbe definito bonjour tristesse; ma perché rattristarsi così? Boh.
Sono giorni complicati per la regina di Norvegia: le voci che da tempo si susseguono sulle condizioni di salute di Re Harald sembravano aver trovato conferma la scorsa settimana, quando l’apertura del Parlamento per la prima volta in trent’anni si è tenuta alla presenza dell’erede Haakon e non dal sovrano, assente per problemi respiratori cui due giorni fa è seguito un intervento per la sostituzione di una valvola cardiaca. Sonja, col garbo la grazia e la dignità che le sono propri tiene fede alla su agenda, e mercoledì ha ricevuto a Palazzo Reale Ciana Phillips, vincitrice del Queen Sonja Print Award. Semplice ed elegante in un abito con baschina in sbieco, di un bel viola melanzana che le dona molto. E non vi stupiscano le calze di quel colore, negli anni ’80 erano il tratto distintivo di molte aristocratiche. Chic.
Le signore in beige
Premi da consegnare anche per Margethe di Danimarca: nel suo caso quelli per la ricerca sull’artrite, materia cui Lady Violet è dolorosamente sensibile. La sovrana è vestita in un modo che avrebbe scatenato l’entusiasmo materno (intendo di mia madre, non osando certo parlar della sua): gonna cammello, una bella giacca in tartan senza bottoni e camicia con fiocco, tornata assai di moda. Come Margrethe regalmente dimostra, fantasie diverse possono essere abbinate seguendo alcune semplici regole, la prima delle quali è naturalmente l’omogeneità dei colori. Chic.
Mentre il marito Albert II è in viaggio in Serbia, Charlène de Monaco è a Tbilisi, ospite della Presidente georgiana Salomé Zourabichvili. Camicia con fiocco anche per lei; nera, come gli stivali e la cintura che distrugge la linea della giacca, se mai ne ha avuta una. Neppure la gonna ha una gran linea, o è solo troppo grande, e quel beige cipriato non la valorizza affatto e accresce la mestizia dell’insieme. Shock. E non perché non amo i beige, giuro!
Con o senza mascherina, le royal ladies stanno intensificando le loro attività, per la gioia dei loro sudditi e dei nostri occhi. Si riparte!
La Reina Letizia
Riprendiamo da dove ieri avevamo lasciato, Los Reyes a Santiago di Compostela per la festa del Santo. Abbiamo già detto che i sovrani stanno attraversando la Spagna in lungo e in largo, e sempre li abbiamo visti indossare la mascherina (la più semplice, quella chirurgica) togliendola solo in momenti particolari; nessuna eccezione nemmeno in questo caso. Letizia ha scelto un fresco chemisier, quest’anno di gran moda, in beige chiaro con fantasia di foglie e palmizi, dello spagnolo Pedro del Hierro. Lo ha accessoriato con un paio di slingback nudeCarolina Herrera e una clutch di rettile verde bosco che – nell’improbabile caso ne avessi una – avrei lasciato nell’armadio. A me non piace particolarmente, ma non si può negare che sia una mise adeguata. Banalmente chic.
The Duchess of Cambridge
Niente mascherina, ma abito chemisier anche per Caterine – ve l’ho detto che va di moda – impegnata con il marito in un incontro all’aperto della Royal Foundation, che durante la pandemia ha finanziato per 1.8 milioni di sterline le dieci principali organizzazioni che si occupano di salute mentale. L’abito bianco a piccoli disegni, di Suzannah, dà davvero l’idea delle freschezza indispensabile per luglio, e come sempre la classe è nel dettaglio, in questo caso la bella linea della gonna e la manica al gomito. I piedini della duchessa non si vedono, ma sono calzati in un paio di quelle espadrillas con zeppe e laccetti alla caviglie molto amati da varie royal ladies, e perfetti per l’occasione. Senza dubbio chic.
Beatrice Borromeo Casiraghi
Nessuna mascherina, e neanche il minimo distanziamento sociale per la bionda Bea e il marito Pierre, che sabato 18 hanno partecipato a un charity dinner a Cannes in favore della Naked Hert Foundation, creata per i piccoli in difficoltà dalla ex supermodel Natal’ja Vodjanova dopo la tragedia di Beslan. Beatrice si ispira spesso alla nonna mai conosciuta del marito, la divina Grace, e nemmeno questa volta fa eccezione: scollo all’americana, infradito flat, capelli raccolti in una treccia.
L’abito è Dior, e fa il suo dovere. Chic.
La famiglia reale olandese
Battendo sul tempo tutte le altre royal families i sovrani olandesi si sono sottoposti ben dieci giorni fa alla tradizionale seduta fotografica che precede le vacanze estive. In questo caso si tratta ovviamente di congiunti in un ampio spazio aperto, ma c’è da dire che – in accordo con le indicazioni governative – la mascherina l’hanno comunque indossata di rado. Ecco i sovrani con le tre belle ed altissime figlie, tutte e tre in abito camicia: azzurro con dettagli in pizzo (Self-Portrait) e un cinturone che non la valorizza la futura regina Catharina-Amalia; il più bello dei tre, firmato Tommy Hilfinger, a righine bianco/azzurre di per la diva famiglia Alexia; bianco e campagnolo (Maje) per la piccola Ariane. A questo punto sorgono alcune domande: come mai Máxima, solitamente abbinatissima, indossa un completo bianco da working girl? Com’è possibile che nonostante Willem-Alexander sia alto 1,93 i pantaloni gli si ‘siedono’ sulle scarpe? È un caso che i colori scelti siano il bianco e l’azzurro, i colori della bandiera argentina, Paese d’origine di Máxima, invece che il blu/bianco/rosso di quella olandese, o l’arancione degli Orange? Un grande boh.
La Reine Mathilde e la Princesse Astrid
Finora è andata piuttosto bene, che la pandemia abbia influenzato positivamente sul royal style? Poi arriva il 21 luglio, Festa Nazionale belga. Si comincia la sera prima con il Concerto di gala. Mathilde, star delle regine mascherate, spesso è tutta en pendant, viso e abito. E infatti il fido, sciagurato Natan le realizza un vestito con mantella fucsia e mascherina abbinata; peccato non abbia abbinato anche gli elastici, smaccatamente bianchi. Un pipistrellone shocking pink. Shock.
Le mascherine scompaiono per la foto di gruppo con i fratelli del re: il Principe Laurent, informale in completo spezzato, e accompagnata dal maritoLorenz d’Asburgo-Este la Principessa Astrid in completo pantaloni modello acqua in casa, con l’aggravante che è pure firmato Gucci. Che shock!
Martedì 21 è il gran giorno, e si inizia col solenne Te Deum in Cattedrale. L’abito blu a disegni beige, anche questo un Natan, invecchia alquanto la bella Mathilde e le allarga il girofianchi in maniera impressionante, né l’aiuta il cappello di paglia (è il modello Louisa di Fabienne Delvigne). Come sapete sono deliziata dalla presenza dei guanti, ma per il resto boh.
Segue la festa vera e propria con la parata militare e le autorità del Paese. E qui avviene il prodigio della trasformazione in camicione informe di un abito di Dries van Noten, stilista colto, rigoroso e concettuale come pochi. Sono i colori che adoro, ma l’insieme col turbante viola (sempre Delvigne) e la mascherina nello tessuto dell’abito è veramente too much. Shock.
E la Principessa Astrid? Lei riesce a ingarbugliare e sporcare anche il pattern più pulito che c’è: le righe. Divertenti gli accessori gialli, che non riescono a sollevare il tono della mise, peggiorata dal cappello con grande fiocco lezioso. Altezza, scelga un tema e segua quello, che va più sul sicuro. Sorry, shock.
Dopo le signore multicolor, dopo le blue ladies è il momento dei colori neutri. Grigio o beige, cosa preferite?
Le pantere grigie
Ricco di sfumature – molte, molte di più delle 50 citate nel titolo del famoso libro – il grigio è sempre diverso e sempre chic. Quasi sempre. Alle nozze di William e Catherine lo scelgono varie signore, tra cui le cugine Phillips, cioè figlia e nuora (ora in fase di divorzio) della Princess Royal
Zara diventerà Mrs Tindall tre mesi dopo. Arriva accompagnata dal fidanzato rugbista Mike inalberando un drammatico cappello Philip Treacy in paglia nera con tocchi d’argento, sicuramente favoloso ma decisamente eccessivo per un matrimonio di mattina. Al copricapo va però riconosciuto il merito di oscurare il soprabitino metallic silver che non sfigurerebbe in Star Trek, magari dopo aver eliminato il gran fiocco sulla schiena. In compenso apprezzo molto la scelta delle scarpe, delle eleganti Mary Jane felicemente prive dell’imperante plateau. Boh.
La cognata Autumn Phillips sceglie una redingote in rigido broccato viola e grigio, con un abbondante fascinator piazzato più che sulle ventitre sulle ventuno e trenta. Autumn ha quel viso così bello e interessante che la rende sempre gradevole, ma questa mise è davvero troppo rigida, e ci si mette pure la clutch nera di Lulu Guinness. Una scelta piuttosto infelice, che trasforma Autumn nella bambolona che non è, shock.
Una bellissima tonalità di grigio, molto contemporanea, anche per Lady Sarah Chatto, figlia della defunta principessa Margaret. Di lei abbiamo detto spesso che si veste sempre nello stesso modo, cappello a pagoda compreso, che il geniale Stephen Jones crea per lei in ogni colore e materiale. A me Sarah piace molto, così come mi piace questa scelta di stile. Va poi sottolineato che il fitting dei suoi abiti è sempre eccellente, come in questo caso. Il modello anni ’50 con gonna plissé è di Jasper Conran, stilista inglese che l’ha vestita spesso ed è l’autore del bellissimo abito da sposa con cui il 14 luglio 1994 si unì a Daniel Chatto. Visto che il loro anniversario è vicino, che ne direste di un post? Volete sapere di più degli orecchini che indossa in ogni evento con la Royal Family? Intanto, anche se un po’ imbronciata, indubbiamente chic.
Il 29 aprile 2011 Charlene è ancora solo Miss Wittstock; diventerà Son Altesse Sérénissime la Princesse Charlène de Monaco guadagnando un marito, un principato e un accento grave sulla prima e di lì a un paio di mesi.
L’abito da sposa glielo sta creando Armani ma lei, invece di buttarsi a capofitto nello chic di Re Giorgio – o scegliere Chanel, come farà per le sue nozze civili – si rivolge alla maison svizzera Akris, che sembra aver definitivamente conquistato il suo cuore. Il risultato è una mise grigio chiaro piena di ma: un cappello anche gradevole nella sua banalità, MA sbagliato nei volumi, o anche semplicemente indossato male, che riesce a sbassare anche una signora che sfiora il metro e ottanta. Il pardessous (sotto c’è un abito dello stesso tessuto) non sarebbe neanche male – e ha un collo davvero bello – MA guardate la lunghezza delle maniche, quella sinistra è veramente indecente, inaccettabile per una creazione couture. Le scarpe nude sono una scelta comprensibile, MA queste hanno una tonalità troppo giallastra. Ma boh.
Indecisa tra il grigio e il blu chiaro Marie-Chantal Miller partecipa coi suoceri ex sovrani di Grecia, il marito diadoco Pavlos e il primo dei quattro figli maschi, Constantine Alexios (lo sposo William è uno dei suoi padrini di battesimo). Marie-Chantal va sul sicuro: abito Chanel, cappello – di una forma assai originale, pure troppo – Philip Treacy. Nemmeno lei sfugge al diktat del plateau; signore, pure se una cosa va di modissima non siete obbligate a indossarla eh, potete anche scegliere con la vostra testa. Boh.
Il giovin signore che arriva a passo di carica da destra è George Osborne, e all’epoca è il Chancellor of the Exchequer, cioè il membro del Governo con le deleghe di economia e finanze. La signora in grigio con in testa un fagiano ammosciato è Frances, allora sua moglie (stanno divorziando), scrittrice di discreto successo. A me resta una sola parola, shock.
Les beiges
Di che colore era vestita mia madre al matrimonio di mio fratello? Che domande, di beige! Colore che adorava in ogni sfumatura e che io, com’è logico e naturale, non amo (ma c’è anche una ragione oggettiva: mi sta malissimo). Sta di fatto che per le cerimonie il beige è sempre assai gettonato, e questo royal wedding non fa eccezione. Sceglie una tonalità piuttosto fredda la zia dello sposo, Sophie di Wessex. Per lei un tailleur (Bruce Oldfield) con cinturina e maniche pietrificate, en pendant con la clutch. In testa un cappellino da cocktail di Jane Taylor, con tre rose e tre penne dritte stile capo indiano; anche per lei décolletés con alto plateau. Non so dire cosa non mi convinca di questa mise, penso sia un problema di misure e volumi: i tacchi troppo alti che finiscono per non slanciare più le gambe, la gonna leggermente troppo corta, che in movimento tende a salire, e anche il cappellino mi sembra un po’ fuori scala. Per me è boh.
Non ho dubbi invece su Lalla Salma, che nel 2011 è ancora consorte di Re Mohammed IV del Marocco. Per lei l’abito tradizionale del suo Paese: un caftano che va indossato così, oversize, trattenendolo con le mani. Immagino la scomodità, ma immagino anche l’effetto del ricco ricamo dorato in movimento. E vi prego di notare il tocco fetish del sandalo alto coi listini che si arrampicano sulla caviglia. Chic.
Máxima Zorreguieta è diventata Principessa d’Orange sposando Willem-Alexander con indosso un meraviglioso Valentino, e chiede ancora a lui la mise per questo royal wedding. Il risultato è un raffinato insieme di pizzo, in una tonalità tra il beige che il rosa che ne esalta l’incarnato e i capelli. Il piccolo cappello, una calotte-turbante di Fabienne Delvigne, non carica inutilmente una mise già piuttosto impegnativa, aggiungendo movimento e un tocco grafico.
Attenzione ai dettagli: oltre al girocollo di diamanti grandi come nocciole, sul turbante sono appuntate le stelle di diamanti indossate sulla tiara il giorno delle nozze. E, ahimé, benché le scarpe non avessero l’onnipresente plateau – Valentino l’avrà tassativamente proibito – c’era però la banda in pvc che diventerà un suo marchio di fabbrica. Insomma, non era ancora regina, ma Máxima era già Máxima.Ed era pure chic.
Last but not least, c’è Beatrice di York con una mise veramente memorabile. Tutta colpa del bizzarro copricapo di Philip Treacy, che scatena il web in ogni sorta di commenti e ironie. Dunque partiamo da qui, ricordando che l’intraprendente Bea mise il cappello all’asta su ebay, dove raggiunse l’incredibile somma di 81,100.01 sterline – oltre novantamila euro – andate in beneficenza. Ve lo dico subito, io lo trovo divertente, il cappello, ma ci vedo due grandi limiti. Il primo è che non è adatto alla situazione: un matrimonio è già un’occasione formale, questo ovviamente lo è assai di più, e per qualunque matrimonio vale la regola non scritta che le invitate non sono la star, non devono attirare un’attenzione spropositata su di sé oscurando la sposa. E in questo caso Bea ha finito per oscurare pure la nonna; se si fosse presentata così ad Ascot sarebbe stata perfetta. La seconda considerazione riguarda lei: le cose molto eccentriche donano o a chi lo è già di suo, o a chi ha una gran consapevolezza di sé, e l’allora ventiduenne Beatrice non rientra in nessuna delle due categorie. Il cappello poi, oltre alla sposa e alla nonna, finisce per oscurare anche il resto della fanciulla ed è un peccato: il cappottino Valentino Couture è un amore, e il tocco del genio di Voghera si coglie anche nelle scarpe, secondo me le più belle della giornata. D’altro canto abbiamo detto spesso che Beatrice ama sperimentare, e inevitabilmente compie più errori. Non qualificabile.
Se vi siete persi i primi due post sulle invitate al royal wedding di William e Catherine, o volete rileggerli, li trovate qui: