Chiedo venia, ma questa volta stavo dimenticando una data importante. Presa dalla frenesia per le nozze di Amman, che hanno acceso i riflettori anche sul matrimonio dei sovrani – sabato 10 festeggiano il trentesimo anniversario – rallegrata dalla presenza crescente sulla scena royal dei Principi Ereditari (e ormai facenti funzione, lui ha la reggenza, lei ha avuto un upgrade dopo la morte della suocera) del Liechtenstein, che celebreranno lo stesso anniversario il 3 luglio, mi ero dimenticata degli Imperatori del Giappone, anche loro sposati nel 1993, ed esattamente il 9 giugno.

Peccato non ci fosse il blog, perché quello è stato veramente un anno ricco, tre royal wedding in meno di un mese! Va detto che il matrimonio che all’epoca attrasse di più l’attenzione della giovane Lady Violet – che quell’estate fece da testimone per due carissime amiche – fu quello del Liechtenstein, che riunì la meglio royal gioventù. Quello giordano non passò sotto silenzio ma quasi, dato che all’epoca il ruolo di erede al trono hashemita era del principe Hassan bin Talal, fratello minore di re Hussein; Abdullah era solo un ufficiale di sangue reale, e pure Rania solo una bella giovanissima fanciulla, lontanuccia dalla clamorosa e glamourosa bellezza che poi è diventata. Il royal wedding giapponese invece sulla carta si presentava come il matrimonio dell’anno ma in verità aveva appassionato poco. Lo sposo, futuro imperatore, mancava di quel fascino da principe azzurro – anche alla lontana – che ogni fanciulla, pur se semplice spettatrice, desidererebbe. La sposa era una giovane brillante, cosmopolita, poliglotta; figlia di un diplomatico, Hisashi Owada, che tra i molti incarichi poteva vantare quello di membro del Tribunale Internazionale dell’Aja e di ambasciatore negli USA. Entrare in diplomazia era l’obiettivo della giovane Masako, con studi ad Harvard e a Oxford. Nel 1986 incontra l’erede al trono a Tokio, a un ricevimento per l’Infanta Elena di Spagna; lui resta subito colpito e inizia una corte discreta ma serrata che lei discretamente respinge. Lui si propone due volte lei due volte rifiuta, non volendo abbandonare aspirazioni professionali e libertà personale.

Capitola il 9 dicembre 1992, giorno del suo ventinovesimo compleanno; lui l’ha convinta sottolineando che rappresentare il Paese come membro della famiglia imperiale è un’altra, alta forma di diplomazia, e promettendole di proteggerla per tutta la vita. Bisogna ammettere che è stato di parola. Una conferenza stampa il 29 gennaio 1993 presenta al mondo gli sposi. La formale cerimonia di fidanzamento (Nosai-no-Gi) si svolge il successivo 12 aprile, e sembra fatta apposta per gelare ogni entusiasmo; al posto di un giovanotto inginocchiato che tira fuori il brillante, a casa della sposa giunge il Gran Maestro di corte portando i seguenti doni: due grandi pesci che verranno aperti con un artistico taglio evocante il numero 8, apportatore di buona fortuna; cinque pezze di seta per confezionare abiti da sera per la sposa, e sei bottiglie di sake. Cin cin! L’alto funzionario offre i regali con la formula ufficiale, che recita più o meno: “Oggi il Principe Ereditario Naruhito presenta gli imperiali doni di fidanzamento per confermare il suo impegno per le nozze, col consenso dell’Imperatore e dell’Imperatrice”. Posso solo immaginare l’entusiasmo con cui Masako risponde “umilmente accetto”. Due mesi dopo, alle dieci del mattino di mercoledì 9 giugno, inizia la complessa cerimonia nuziale. In Italia è notte fonda, e il tutto viene trasmesso, se non ricordo male, da CNN. Le nozze vengono celebrate presso il santuario di Amaterasu, divinità solare e Dea madre del Giappone, all’interno del complesso imperiale. Purtroppo nulla si vede del rito, che resta celato agli occhi di chiunque. Ciò che ricordo sono gli sposi che uno alla volta raggiungono il luogo della cerimonia, vestiti con gli abiti tradizionali.

Masako indossa uno sull’altro una dozzina di abiti di seta pesante (pesante davvero: si parla di una quindicina di chili), la pettinatura rigida e il viso truccato di bianco non evocano troppo l’idea di una sposa felice. Gli invitati, a partire dalle famiglie, aspettano in giardino, muti spettatori di niente. Ricordò mi colpì molto che le persone presenti erano quasi tutte vestite all’occidentale; le due sorelle gemelle della sposa, età 26 anni circa, indossavano due abiti da bambola, uguali, uno rosa e uno giallo. Brutti brutti. La signora Owada invece era in kimono, e pur se di fatto non aveva assistito a nulla, si era commossa come tutte le madri delle spose (insomma, quasi tutte).

Gli imperatori non sono presenti, e ricevono gli sposi a Palazzo; anche qui in abiti occidentali.
La vita matrimoniale non è stata facile per Masako, che ha sofferto moltissimo le regole imposte dalla tremenda Agenzia Imperiale, che sovrintende ogni dettaglio della loro attività ma anche la loro stessa esistenza. Ha sofferto ancora di più la pressione per fornire l’erede maschio, che non è arrivato. La coppia ha avuto una femmina, Aiko, che secondo le regole della successione non erediterà il trono. Naruhito come aveva promesso ha sempre protetto la moglie nell’inferno della depressione e l’ha sostenuta nel lungo percorso verso la guarigione. Da quando sono saliti al trono, nel 2019 compaiono spesso insieme e lei sostiene il suo ruolo con diligenza e quell’eleganza un po’ fané che è una sua caratteristica.

Nelle foto pubblicate per celebrare l’anniversario sono due sessantenni che dimostrano qualche anno in più, impegnati con i bachi da seta nel Momijiyama Imperial Cocoonery all’interno del Palazzo Imperiale.
In occasione dell’anniversario hanno rilasciato una breve dichiarazione: “Siamo profondamente grati di aver potuto condividere le gioie e talvolta i dolori del passato”.
Alla fine, a me sembra un matrimonio più riuscito di tanti altri.






















I reali svedesi non sono certo avari con le foto dei figli, cosa che il piccolo di famiglia non sempre accetta con piacere: il suo faccino imbronciato è diventato proverbiale. Ora devono averlo persuaso a sorridere all’obiettivo, e nell’ultimo ritratto di famiglia, diffuso all’inizio di febbraio, convinto a dire cheese!
Oppure la madre gli stava facendo il solletico?
Fu il coronamento di una grande storia d’amore non priva di qualche travaglio, dato che il re non era troppo dell’idea di accogliere in famiglia un personal trainer. Carl Gustav alla fine si convinse, l’amore trionfò e sembra ancora forte come allora. E a guardare le foto direi che mantiene anche giovani, gli sposi sono praticamente identici dopo undici anni!
Ho deciso, per il prossimo compleanno anche Lady Violet organizzerà un Afternoon Tea, e il dress code prevederà l’abito lungo.
Naturalmente non sono mancate le foto ufficiali e indovinate? L’Imperatore è seduto sullo stesso divano, nella stessa stanza che fanno da ambientazione ai ritratti dell’Imperatrice (
Però la corbeille è diversa! In questo caso si tratta di fiori bianchi rosa e lilla, elegante contrappunto all’abbigliamento di Naruhito, nei toni del blu, abbinatissimo a quello di Masako nella foto che li ritrae insieme. Immagini con un’aria di naïveté anni ’60, che trovo irresistibile.
Non compare con i genitori la diciottenne Aiko, che in aprile inizierà gli studi di letteratura giapponese alla Gakushuin University, prestigioso ateneo della capitale dove studiano i membri della casa imperiale. E se il mese di aprile marcherà l’ingresso di Aiko nel mondo degli adulti, segnerà anche la fine delle speranze (forse più nostre che sue) di vederla un giorno sul Trono del Crisantemo al posto del padre. Infatti il 19 l’antica cerimonia detta Rikkoshi-Senmei-no-gi investirà ufficialmente – e definitivamente – il fratello minore del sovrano, Akishino, del titolo di Principe Ereditario. Non è ancora giunto il tempo del regno di un’Imperatrice.
Sicuramente non divorziano gli eredi al trono di Norvegia: Mette Marit ha pubblicato sul suo account IG questa bella fotografia, che la ritrae col marito Haakon Magnus in vacanza sulla neve. I due sono sposati da 18 anni, e sembrano davvero felici.
Non divorziano neanche gli Imperatori del Giappone, però sono stati costretti ad annullare le celebrazioni per il sessantesimo compleanno del Tennō, domenica prossima, a causa del coronavirus. Qui sono ritratti al ricevimento offerto agli atleti che hanno partecipato alle Winter Deaflympics, le olimpiadi invernali dei sordi, delle quali francamente nulla sapevo finora, nonostante l’edizione più recente si sia tenuta a dicembre in Valtellina e Valchiavenna.
Non divorzia Stéphanie, Granduchessa Ereditaria del Lussemburgo, che a maggio sarà mamma per la prima volta dopo sette anni di matrimonio, e oggi ne compie 36. Per lei un bel ritratto non inedito, con cui la Corte l’ha festeggiata sui social, e mille auguri da parte nostra.
Non divorziano i Conti di Wessex che sono rimasti ormai tra i pochi a resistere, e se ne sono andati a sciare coi figli a Sankt Moritz, così si evitano anche il compleanno di Andrew domani.
Non credo proprio che pensi a un divorzio, ma in caso dovrebbe smettere immediatamente la Duchessa di Cambridge, che dagli account social di famiglia invita a compilare il questionario sulle condizioni di vita dei bimbi minori di cinque anni, parte del progetto #5BigQuestions, lanciato dalla Royal Foundation. Il video è stato evidentemente girato la settimana scorsa, durante la breve visita della duchessa in Irlanda del Nord
Stesso fondale neutro, stesso divano di broccato bianco, stessi cuscini in seta gold, disposti con puntigliosa geometria – due di qua, due di là – diversa invece la piccola corbeille di fiori sul tavolo basso, che partecipa alla sinfonia di bianchi e gialli cui si iscrive anche l’imperatrice col tailleur dorato e le splendide perle.
In alcuni scatti, naturalmente, compare anche il marito imperatore, e bisogna dire che nonostante la formalità del loro ruolo appaiono sempre affiatati e complici. Probabilmente non faranno rimpiangere gli Imperatori Emeriti, e probabilmente è vero ciò che qualcuno dice, cioè che nei lunghi anni della depressione di Masako Naruhito ha saputo starle accanto, e ha trovato il modo per sostenerla nel percorso di guarigione.