Ieri Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano i sovrani emeriti dei Belgi, Albert e Paola, e non si può negare che le poche foto dell’evento destino una certa simpatica tenerezza. Tre ultraottantenni, nessuno dei quali in fondo nato per la vita che lo aspettava.
Il più anziano, Albert – che il 6 giugno compirà 89 anni – è l’ultimo dei tre figli di Re Leopoldo III e della Regina Astrid che muore in un tragico incidente quando lui ha quattordici mesi. Alla nascita riceve il titolo di Prince de Liège: è il cadetto, lo spare, e non è destinato al trono su cui nel 1951 sale il fratello maggiore Baudouin, appena ventenne. Dieci anni dopo il Re trova la sua Regina, ma dal loro matrimonio purtroppo non nascono figli; il sovrano prende sotto la sua ala, come suo erede, il nipote Philippe ma la sua morte improvvisa nel 1993 mette sul trono Albert, che a 59 anni è considerato una scelta migliore del figlio poco più che trentenne. A volte tocca davvero allo spare.
Neanche sua moglie, la bella Paola, avrebbe dovuto diventare regina. Nata a Forte dei Marmi l’undici settembre 1937 è l’ultima dei sette figli del principe Fulco Ruffo di Calabria, asso dell’aviazione ed eroe della prima guerra mondiale nella squadriglia di Francesco Baracca. Dopo la maturità classica la fanciulla diventa una delle protagoniste della vita mondana della capitale: sta nascendo la dolce vita. Nel 1958 muore un papa (Pio XII) e se ne fa un altro (Giovanni XXIII). Per partecipare alle cerimonie per l’incoronazione di Papa Roncalli, il 4 novembre, arriva dal Belgio il giovane Principe di Liegi, che unendo il sacro al profano non si nega le feste più esclusive della capitale. Le cronache di allora lo vogliono invaghito della bellissima Mirta Barberini Colona di Sciarra, ma poi, complice una serata all’ambasciata del Belgio, nasce l’idillio con Paola. Il papa vorrebbe sposarli in Vaticano, ma Baudouin insiste per Bruxelles, e così il 2 luglio 1959 il Belgio ha una nuova princesse. Nove mesi e qualche giorno dopo nasce il primogenito della coppia, Philippe, cui seguono Astrid e Laurent. Paola è bellissima, elegantissima, ammiratissima, ma anche infelicissima. La rigida società belga non la ama particolarmente trovandola troppo moderna, troppo frizzante, troppo italienne e neanche il matrimonio va benissimo: la crisi del settimo anno arriva davvero. Non mancano tradimenti reciproci, ma molti anni dopo si scoprirà che lui ha avuto una lunga relazione adulterina con la baronessa Sybille de Selys Longchamps, da cui nel 1968 nasce una bimba: Delphine. Il divorzio sembra sempre più vicino, ma nel frattempo diventa evidente che la Reina Fabiola non diventerà mai madre, per cui la corona toccherà ad Albert e alla sua discendenza. Il religiosissimo Baudouin mette le cose in chiaro: in caso di divorzio Albert perderà ogni diritto al trono, in favore del figlio Philippe, che è ancora un bambino; Paola perderà direttamente i figli, sacrificio per lei insopportabile. Alla metà degli anni ’70 il divorzio sembra inevitabile, e invece rientra. Nel 1993 Albert e Paola salgono al trono, sei anni dopo una biografia non autorizzata della regina rivela l’esistenza di Délphine, un momento non facile, ma la rottura non arriva mai. Una volta libera dal peso del trono – Albert ha abdicato nel 2013 – la coppia si mostra sempre più unita col passare degli anni, ciascuno il sostegno – anche fisico, gli acciacchi non li hanno certo risparmiati – dell’altra.
Se guardando la foto vi state chiedendo se Paola abbia ancora il privilegio del bianco, la risposta è sì, ma probabilmente non lo ha usato trattandosi di una udienza privata, non di un atto solenne. E ricordiamo che è appunto un privilegio, non un obbligo; molto più corretto presentarsi in nero, soprattutto se senza il capo coperto – per questo tipo di incontro non è più richiesto – e senza fronzoli.
Quanto a Papa Francesco, mi perdonerete se non conosco così bene la sua biografia, ma sono ragionevolmente certa che il figlio di immigrati italiani – piemontesi e liguri – nato del barrio di Flores a Buenos Aires, diplomato perito chimico, che prima di prendere i voti lavorò come uomo delle pulizie e buttafuori, difficilmente pensasse di sedere un giorno sul trono di Pietro.
Non sappiamo cosa, lui e loro, si siano detti, ma a vederli insieme sembrano tre bei vecchi che non nascondono le loro fragilità, anzi le mostrano serenamente e da queste traggono nuova forza. Lui probabilmente avrà un posto nella storia, loro probabilmente no, anche se il riconoscimento della figlia illegittima ha aperto un’altra porta. Il resto è tutto da scrivere.
Sabato 10 settembre il Belgio è stato attraversato da un’inedita ventata di allegria per il matrimonio di Maria Laura, figlia della principessa Astrid e nipote di Roi Philippe con William Isvy (Sposa bagnata sposa fortunata). Purtroppo le nozze sono arrivate due soli giorni dopo la morte di Her Majesty, che ha gettato nel lutto la sua famiglia e il Regno Unito, e steso un velo di tristezza un po’ dovunque. Lady Violet sperava di potervi proporre una sosta dalla mestizia con le immagini e le mise di un momento gioioso ma poi gli eventi hanno deciso per noi. Celebriamo dunque l’evento a cinque settimane di distanza, perché vedere un po’ di gente felice, e di mise particolari, non può farci che bene.
(Ph: Photonews)
Il dress code per le nozze civili, celebrate nell’aristocratico hôtel de ville sulla Grand Place immagino fosse: corto! Corto per la sposa, che ha fatto la scelta originale del miniabito, ma corto ahimé pure per lo sposo, che sfoggia un completo dai pantaloni col mitico orlo acqua in casa, e ci aggiunge pure il mocassino con nappine. Nulla mi toglie dalla mente che Maria Laura abbia volto omaggiare la nonna Paola, scegliendo uno stile anni ’60 di cui la allora principessa di Liegi fu impareggiabile musa, e per la scelta della griffe, Gucci, che firma il delizioso abitino avorio così come le scarpe. Anni ’60 anche la pettinatura. Gli orecchini sono un gioiello di famiglia, che indossava al proprio matrimonio la cognata Elisabetta (Auguri alla sposa!). Chic lei, shock lui. Cominciamo bene!
Nel primo pomeriggio gli sposi si sono ritrovati nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule per una cerimonia interreligiosa (lo sposo è di fede ebraica) dove non è mancata una preghiera in memoria di Queen Elizabeth, sovrana ma anche capo della Chiesa d’Inghilterra. Maria Laura, che vive a Londra, per il suo abito da sposa si è rivolta a una stilista inglese, Vivienne Westwood.
L’abito riprende i temi cari alla designer, a partire dal bustino che si apre in un drappeggio che sottolinea la scollatura e copre le spalle. La figura sottile e slanciata della sposa è sottolineata da una una gonna dalla linea semplice, che esplode in uno strascico lunghissimo e larghissimo, in un’interessante contrapposizione di volumi. Mentirei se dicessi che è nella top ten dei miei favoriti, ma trovo che a lei stia bene.
Bellissimo il velo antico della famiglia Ruffo di Calabria, e lo sapevamo, ma in questo caso è stato indossato particolarmente bene, ed è possibile ammirarlo in tutto il suo splendore. Per fermarlo, la sposa ha scelto la tiara Savoia Aosta, appartenente alla famiglia paterna. Dono di nozze alla principessa Anna d’Orléans, che nel 1927 andò in sposa ad Amedeo d’Aosta, fu poi ereditata dalla figlia Margherita, madre di Lorenz d’Asburgo-Este e dunque nonna di Maria Laura. Chic tiara e velo, ma l’abito, boh.
Anche se nelle foto non si vedono praticamente mai, del corteo della sposa facevano parte cinque bambine e due maschietti, tutti vestiti in giallo senape, ma per manovrare l’abbondantissimo strascico c’erano quattro fanciulle: la sorella Luisa Maria, la cognata Elisabetta, e le cugine Marie-Astrid e Olympia Napoléon. Essendo tutte donne adulte e, ad eccezione di Luisa Maria, sposate (delle nozze di Olympia abbiamo parlato qui: Vive les mariés!) invece che tutte uguali nei soliti improbabili colori pastello, si sono vestite con uno stile simile – abiti midi in diverse fantasie floreali – con in testa un cerchietto. Una scelta che a Lady Violet è piaciuta molto; chic di gruppo, con particolare plauso alla sottilissima ed elegantissima Elisabetta, con un abito meno girlie delle altre.
Gli sposi con la famiglia di lei. In seconda fila i fratelli: Laetitia Maria, cui è toccato occuparsi dei piccoli paggetti, vestita un po’ da paesanella stile Loren dei tempi d’oro, con camicetta bianca gonna fiori e cerchietto verde; ma perché? Boh. Segue Joachim, poi Luisa Maria in bianco e giallo con cerchietto en pendant. Infine Amedeo e la moglie Elisabetta in bordeaux; hanno in braccio i due figli: Anna-Astrid di sei anni e Maximillian, tre, che erano tra i paggetti della sposa. Sfidando il rischio di inciampare sul chilometrico strascico ecco in prima fila, accanto al neogenero la madre della sposa, vestita Gucci dalla testa ai piedi, dalle slingback argento con classica staffa al cappello di asprit verde chartreuse. In mezzo, gonna a pieghe e blusa di pizzo in una tonalità di verde appena più accesa, e giacca color pavone con ricami viola sulle maniche. Piume pizzo ricami plissé damascato metallizzato, qualunque cosa vi venga in mente c’è, perfino un collarino di cristalli (non è un collier ma proprio il colletto della blusa). Magari qualcuno resterà perplesso, ma io l’ho trovata divertente. E fatemi dire una cosa, Astrid, come tutte le figlie normalmente graziose di donne bellissime, per tutti i suoi 60 anni di vita (li ha compiuti a giugno) è stata messa a confronto con la splendida madre Paola. Ed è stata sempre rappresentata come meno bella, meno brillante, meno spigliata, meno divertente, sempre qualcosa in meno. bene, questa volta ha deciso di essere più: più spiritosa, più allegra, più colorata, più pirotecnica, più divertente e divertita. Non sarà chic nel senso stretto del termine, ma io l’ho adorata. Per una volta, more is more. Estrema raffinatezza ed eleganza senza sbavature per il padre della sposa, Lorenz; sublime la camicia a righine lilla con colletto e polsini bianchi en pendant con la cravatta. Chic!
(Ph: Abacapress)
Ecco Paola col marito Albert il figlio Philippe e la di lui moglie Mathilde al termine del matrimonio civile, cui gli uomini hanno partecipato in completo scuro, sostituito dal tight nel pomeriggio, mentre le signore erano senza cappello. Paola ha indossato lo stesso abito – beige a disegni color carbone, firmato Natan – in entrambe le cerimonie; nel pomeriggio ha aggiunto un bandeau in fibra naturale creato appositamente per lei da Fabienne Delvigne.
La mise perfetta per la nonna della sposa, chic.
La Reine Mathilde invece si è cambiata: la mattina ha riciclato un abito rosso Natan, già indossato nel 2018 per la festa nazionale, e già adeguatamente criticato in una delle primissime edizioni di questa rubrica (Royal chic shock e boh); per quale ragione una donna così bella continui a indossare abiti che non la valorizzano per me è un mistero. Forse, semplicemente, le piacciono. Boh (comunque senza cappello è meglio).
Per la cerimonia religiosa la Reine si è buttata sul floreale – un nuovo Natan – e lo ha accessoriato con un enorme cappello a pagoda di Maison Van den Borne; purtroppo il forte vento ha reso il primo simile a una tenda della doccia, e trasformato il secondo – grazie anche alla originale inclinazione – in un disco volante pronto al decollo. Shock. La quattordicenne Eléonore, che ancora per qualche anno sarà la piccola di casa e di conseguenza costretta a indossare le ballerine, è assolutamente deliziosa in verde acqua. Ma sua sorella Elisabeth, Duchessa di Brabante e futura Regina, è una vera bomba in total red (tranne le scarpe). L’abito modello poncho con frange è Carolina Herrera, le scarpe Jimmy Choo mentre cappello Laurany e la clutch Marguerite sono di Fabienne Delvigne. Chic!
Mathilde aveva indossato la pagoda rosa al loro matrimonio, e sua cognata Claire questa volta non si è risparmiata, scegliendo un’enorme pamela che riprende il verde della fantasia dell’abito. A me è piaciuta molto. Chic. Mi piace lei, mi piacciono i due figli gemelli – chiaramente eterozigoti – i sedicenni Nicolas e Aymeric, e mi piace moltissimo la primogenita Louise, che a diciotto anni può sottoporsi alla valutazione di Lady Violet. Il marito Laurent, fratello minore di Roi Philippe mi piace meno, ma amen. Trovo Louise incantevole nel suo abito fucsia – uno dei colori di punta della prossima stagione, l’ha fatto pure Valentino! – del brand Rotate, del danese Birger Christensen, e cerchietto Eden di Fabienne Delvigne in seta camaïeu. Ladies&Gents, ecco a voi la dimostrazione che i cerchietti infiorati stanno bene solo alle giovanissime. Chic.
Partecipa ormai a tutti gli appuntamenti della famiglia, sia i pubblici sia privati Delphine, figlia naturale e infine riconosciuta di re Albert II. Delphine è un’artista, e in questa occasione ha deciso di farsi anche un po’ di promozione indossando un cappello in seta dalla sua collezione di arte da indossare. Peccato che il cappello sembri più da pioggia che da matrimonio, che l’abito rosso faccia un po’ difetto, che la signora sia fissata con queste brutte scarpe dall’altissimo plateau, per di più bianche. Shock. Molto meglio la figlia, in una interessante tonalità di azzurro. Però gioia, raddrizza i piedini su.
Solo a lei, allo sposo no, perché oggi Maria Laura d’Asburgo-Este compie 34 anni; un compleanno speciale, visto che tra quindici giorni, il 10 settembre, sposerà il suo William Isvy. Sarà l’occasione per festeggiare gioiosamente anche nonna Paola, Regina Emerita dei Belgi, che il giorno dopo di anni ne compirà 85 (è nata l’undici settembre 1937 a Forte dei Marmi).
La giornata inizierà con la cerimonia civile che sarà celebrata nella salle des mariages dell’hôtel de Ville, l’elegante municipio di Bruxelles sulla Grand Place. Gli invitati, solo le famiglie degli sposi e pochi intimi, saranno accolti da 24 cadetti della polizia cittadina. Testimoni per lei le due sorelle Luisa Maria e Laetizia Maria, per lui la sorella e il fratello.
Alle 14.30 la cerimonia religiosa alla presenza di circa 500 invitati, celebrata dal cardinal Jozef De Kesel. Sarà un rito con disparità di culto, visto che lo sposo è di religione ebraica.
Il luogo scelto è la Cattedrale dei Santi Michel e Gudule, sede di molti matrimoni della famiglia reale belga. Per limitarsi ai più recenti, si sono sposati qui i nonni della sposa Albert e Paola (il 2 luglio 1959), i prozii Baudouin e Fabiola (15 dicembre 1960) e entrambi gli zii: Philippe con Mathilde il 4 dicembre 1999 e Laurent con Claire il 12 aprile 2003. Mentre i genitori e il fratello maggiore di Maria Laura hanno fatto scelte diverse: Astrid e Lorenz sono convolati a nozze il 22 settembre 1984 sempre a Bruxelles, ma nella chiesa del Grand Sablon, mentre Amedeo ha impalmato l’italianissima Elisabetta (Lili) Rosboch von Wolkenstein a Roma, a Santa Maria in Trastevere, il 5 luglio 2014.
Maria Laura sceglierà di indossare il velo antico della famiglia Ruffo, come già la nonna Paola, la madre Astrid e le zie Mathilde e Claire? E indosserà una tiara? La madre e la nonna fermarono il velo con un’acconciatura floreale, Mathilde e dopo di lei Lili hanno ricevuto in prestito il bandeau della regina Elisabeth, dal raffinato disegno déco
A Claire è toccato un gioiello tutto per lei, una delicata tiara di diamanti dono di suoceri. Fabiola indossava l’imponente Tiara delle Nove Province, ma lei con quelle nozze diventava regina. E naturalmente la sposa ha a disposizione anche la tiara Savoia Aosta, di proprietà della famiglia paterna.
Lady Violet non può nascondere una certa curiosità per l’abito da sposa. Maria Laura non è una bellezza classica ma è molto moderna, e potrebbe davvero sorprenderci. Fatte le debite proporzioni, la vedo fare una scelta simile a quella della prozia Fabiola, che si rivolse al re dei couturier, il suo connazionale Cristobal Balenciaga; il risultato fu un abito che ha un posto di diritto nell’ambito dell’Haute Couture.
Scelta couture anche per la nonna Paola, che optò per la raffinatezza dell’artigianato made in Italy (anche se ancora non si chiamava così); a realizzare il suo sobrio abito in seta fu una famosa sarta napoletana, che memorie familiari mi dicono fosse Concetta Buonanno.
Édouard Vermeulen, con la sua Maison Natan, è l’autore degli abiti delle zie Mathilde e Claire; molto più riuscito il secondo che il primo, a mio avviso, ma troppo classici entrambi per Maura Laura, credo.
La cognata Lili per il suo matrimonio romano è andata sul sicuro scegliendo la sublime eleganza della Maison Valentino, e un leggero velo di point d’ésprit bordato di pizzo Chantilly invece del più pesante velo di famiglia.
Quello che francamente mi sento di escludere è che Maria Laura prenda ispirazione dalla madre. Il suo abito creato dal belga Louis Mies (niente a che vedere con van der Rohe), con quelle maniche così anni ottanta, faceva sembrare minimal anche quello di Diana.
Premessa: le immagini di oggi sono magari un po’ meste, ma se avrete la pazienza di andare avanti scoprirete qualcosa di interessante.
Questa mattina i reali belgi si sono riuniti nella chiesa di Notre-Dame de Laeken per la tradizionale messa di suffragio in onore dei membri defunti della Famille Royale.
In prima fila a destra i sovrani emeriti Paola e Albert, al centro Re Philippe e la Regina Consorte Mathilde, a sinistra la Principessa Astrid col marito Lorenz d’Austria-Este, in lutto per la morte della madre, Margherita di Savoia-Aosta, scomparsa lo scorso 10 gennaio. Ciò che rende interessante questa occasione è la presenza della coppia alle loro spalle: la signora col cappello con veletta, è Delphine, nata da una relazione del Re Emerito Albert con Sybille de Selys Longshamps (Breaking News! – Une nouvelle princesse) che da ottobre del 2020 ha visto riconosciuta la reale paternità, e di conseguenza il diritto di entrare a far parte della famiglia come figlia minore dell’ex sovrano.
È questa la prima volta che la principessa, accompagnata dal partner Jim O’Hare (francamente non ho capito se siano sposati, e d’altra parte Delphine non è sul sito della Famille Royale), compare in una occasione ufficiale cui partecipa anche il padre. Nel luglio dello scorso anno Delphine aveva già presenziato con i fratelli alla Fête Nationale, dove si era fatta notare un originale (molto, pure troppo) completo composto da abito+coppola+mascherina di Erratum Fashion, brand belga che si ispira alla cultura africana. Sarà stato un metamessaggio di riparazione per gli orrori compiuto dall’antenato Leopoldo II in Congo?
Creazione belga anche le scarpe: un paio di Mary Jane verdi con super platform di Morobé; in definitiva una mise che sottolinea gli evidenti limiti del nazionalismo anche nella moda.
Magari Delphine deve ancora studiare un po’ da principessa, ma a me la sua eccentricità non dispiace. Paola invece, cui nella vita è toccato anche il ruolo di matrigna, continua a dimostrare tutta la sua signorilità.
Those who in July do wed, must labour for their daily bread
Chi si sposa a luglio si deve guadagnare il pane quotidiano. Probabilmente perché per loro portare il pane in tavola non è di solito un problema, luglio è un mese gettonatissimo per i royal wedding, compreso il più famoso di tutti , quello di Charles e Diana, ormi entrato negli anta.
Se Paola Ruffo di Calabria lascia Roma alla volta di Bruxelles per diventare Principessa di Liegi il 2 luglio 1959 sposando Albert – fratello del Re dei Belgi e poi re a sua volta – nel 2014, il 6, il maggiore dei nipoti della coppia, Amedeo, fa il percorso inverso e viene in una Roma torrida a sposare la deliziosa – e italianissima, nonostante il cognome – Elisabetta Rosboch Von Wolkenstein. Paola indossa un abito couture e il sontuoso velo ereditato dalla nonna (belga a sua volta) che nell’emozione del momento finisce per calpestare. Elisabetta è in Valentino dalla testa ai piedi; nel suo caso il prezioso velo di famiglia resta nel comò.
(Ph: Riccardo De Luca)
È il 3 luglio 1993, un sabato, quando la cattedrale di Vaduz addobbata a festa accoglie il principe ereditario, Alois, che sposa la duchessa Sophie in Bavaria. Nonostante la proverbiale discrezione del Liechtenstein, è un matrimonio molto interessante per più di una ragione: innanzi tutto il rango dell’aristocraticissima sposa, che non solo appartiene al casato dei Wittelsbach, ma è anche nella linea di successione giacobita, che discendendo da James II si oppone alla successione degli Hannover, quella della Royal Family regnante. In secondo luogo abbonda di scapoli d’oro più o meno alla ricerca di una consorte di rango adeguato; all’epoca qualcuno sogna un matrimonio tra l’allora venticinquenne Principe delle Asturie Felipe e Tatjana, sorella ventenne dello sposo. Philippe del Belgio, timido e riservato, ha 33 anni ed è quasi fuori tempo massimo; è l’erede apparente al trono su cui siede solidamente lo zio Baudouin: la sua situazione apparentemente tranquilla si ribalta in appena 4 settimane, con la morte dello zio e l’inattesa ascesa al trono del padre Albert. Philippe trova in seguito l’anima gemella in Mathilde d’Udekem d’Acoz che sposa nel dicembre 1999.
Lady Violet, che deve di lì a breve fare da testimone a due delle sue migliori amiche – sempre damigella e mai sposa! – cerca ispirazione per le sue mise nei reportage di questo royal wedding, ispirazione che genera un clamoroso cappello di paglia con fiocco in organza per uno dei due matrimoni, celebrato di mattina.
Se il matrimonio di Philippe e Mathilde è l’ultimo royal wedding del millennio, il penunltimo credo proprio che sia quello di Alexia di Grecia, primogenita dei deposti Costantino e Anne-Marie, che il 10 luglio sposa nella cattedrale ortodossa di Londra l’architetto spagnolo Carlos Morales. Alexia ci dà la grande, e rara in questa generazione, gioia di vedere indossata la famosa tiara del Khedivé, che per tradizione indossano le spose discendenti di Margareth di Connaught (qui trovate la storia di questo splendido diadema A Royal Calendar – A Greek royal wedding).
Same month same place per il fratello minore di Alexia, il diadoco Pavlos, che il 1 luglio 1995 impalma la graziosa Marie-Chantal Miller, di Valentino vestita, alla presenza di varie regine consorti e ben due regnanti: Her Majesty The Queen e Margrethe di Danimarca, zia dello sposo. Marie-Chantal appartiene all’aristocrazia del denaro ma non a quella del sangue, e diademi di famiglia non ne ha, per cui la suocera Anne-Marie le presta la Antique Corsage Tiara – in origine un devant de corsage appartenuto alla Regina Victoria di Svezia – che la madre Ingrid, Regina Consorte di Danimarca, le ha donato per i 18 anni.
L’altissimo profilo di queste nozze fa passare in secondo (o terzo, o quarto) piano quelle che nello stesso giorno si svolgono a Monaco, dove la principessa Stéphanie sposa con sole nozze civili il padre dei suoi due figli, Daniel Ducruet, già sua guardia del corpo. Per lei un abito corto che mette in mostra le belle gambe, realizzato da una sarta monegasca. L’espressione di papà Rainier, fiero oppositore alle nozze, è tutta un programma. Non ha tutti i torti, papà: il matrimonio dura appena quindici mesi, e finisce con Daniel fedifrago praticamente in mondovisione.
Evidentemente il fratello di Stéphanie non è superstizioso: nonostante la fine ingloriosa del matrimonio della sorella, Albert II sceglie la stessa data per sposare Charlène: nel 2011, il 1 le nozze civili e il giorno dopo quelle religiose. Come sapete, i due coniugi non hanno trascorso insieme il decimo anniversario: lui nel Principato con i figli, lei in Sudafrica convalescente da una misteriosa malattia. Solo il tempo ci dirà se la malasorte ha colpito ancora, a noi per ora non resta che riguardare le immagini di un matrimonio che al di là del glamour, delle mise della sposa – Chanel e ArmaniPrivé – qualche nota stonata l’ha suonata da subito, come il bacio un po’ forzato dopo la cerimonia civile, o lo sposo infastidito dalle lacrime della neoconsorte.
Scelgono luglio anche due nipoti di Albert: Louis Ducruet, figlio maggiore di Stéphanie e Daniel, sposa la sua Marie Chevallier nel 2019, il 26 e il 27 (vi ricordo che nei Paesi dove non c’è concordato tra Stato e Chiesa sono necessarie due cerimonie, civile e religiosa). Un matrimonio magari privo dell’allure di raffinata eleganza della Monaco dei tempi d’oro, ma sembra felice e i due sposi davvero innamorati. L’abbiamo raccontato qui Le nozze di Louis e Marie.
Come dimenticare poi il matrimonio di un altro nipote di Albert II, Pierre Casiraghi, con Beatrice Borromeo? Siamo nel 2015, e per loro le nozze iniziano in luglio, il 25, e finiscono il 1 agosto, dal Principato all’Italia, in un tourbillon di invitati (alla cerimonia civile assistono pure Travaglio e Peter Gomez, dato che la sposa lavora per il Fatto) party, location diverse, paparazzi, ospiti vip e jeunesse dorée internazionale, e vestiti, vestiti, vestiti, con la sposa che indossa Valentino, Alberta Ferretti, Armani, solo per citare i principali. Abbiamo cercato di sintetizzare tutto in questo post: A Royal Calendar – 1 agosto 2015.
In questa rassegna non può mancare il Regno Unito, che quanto a matrimoni di luglio si piazza tranquillamente al primo posto. Il 6 luglio 1893 nella Chapel Royal, a St. James’s Palace, si celebrano le nozze tra il Duca di York George e Mary di Teck, che saliranno al trono diciotto anni dopo. Lei appartiene a una ramo minore della Royal Family ed è stata fidanzata con il fratello maggiore di lui, quel Duca di Clarence che in vita di non gode di grandissima reputazione (qualcuno lo mette pure nella rosa dei possibili Jack the Ripper) e muore sei settimane dopo il fidanzamento. Il comune dolore probabilmente avvicina i due, che finiscono per innamorarsi; sarà un matrimonio solido e felice.
(Ph: Royal Collection Trust)
Anche l’attuale Duca di York, Andrew, ha sposato Sarah Ferguson in un giorno di luglio: il 23, nel 1986. Anche il loro matrimonio è durato poco; sembra che Sarah soffrisse molto la solitudine dato che il marito, ufficiale di Marina, era lontano per buona parte dell’anno e fu protagonista di un ruspante scandaletto agli inizi degli anni ’90 che portò al divorzio. Nulla in confronto dello scanalo che ora coinvolge lui, di una gravità che potrebbe penalizzare la Corona stessa. Quel giorno di luglio li vede chiaramente innamoratissimi, e forse lo sono ancora; il loro appassionato bacio al balcone è rimasto famoso per le ragione opposte di quello tra i Principi di Monaco, compresa la scomposta interazione con la folla urlante. A quel matrimonio Lady Violet ha dedicato uno speciale chic shock e bohRoyal chic shock e boh – 1986 Royal wedding edition,
Beatrice, figlia maggiore della coppia, ha sposato il suo Edo Mapelli Mozzi il 17 luglio dell’anno scorso, e ora è in attesa del primo figlio. Nozze celebrate durante la pandemia, riservate ma molto emozionanti, per il particolare momento, per l’abito della sposa, prestatole dalla nonna come la tiara, la stessa che Her Majesty aveva indossato per il suo matrimonio, e per la presenza del nonno Philip, ritratto in pubblico per l’ultima volta. Questo è uno dei post che abbiamo dedicato alle nozze di Edo e Beatrice: Le parole di un royal wedding.
La cugina di Bea, Zara Phillips, quest’anno ha festeggiato l’arrivo del figlio maschio – scodellato sul pavimento del bagno di casa – e i quarant’anni; il 31 sarà ancora festa per i dieci anni di matrimonio con Mike Tindall. Per loro nozze scozzesi, nella Canongate Kirk sul Royal Mile di Edimburgo, precedute da un party sul royal yacht Britannia, ancorato ormai in pianta stabile nel porto della capitale scozzese, e seguite da un ricevimento a Holyroodhouse, residenza ufficiale della Regina in Scozia. Zara indossa un abito creato dal sarto caro alla nonna, Stewart Parvin, che come notato anche con l’abito di Beatrice, ama sottolineare gli orli con alte fasce (Here comes the bride!). Sulla testa bionda della sposa brilla la Meander Tiara, grande favorita di Lady Violet, prestito della madre Anne che l’ha ereditata dalla nonna paterna Alice. Un gioiello che come pochi altri parla di Grecia e di classicità, di cultura.
Last but not least, il matrimonio del secolo (scorso) che incolla davanti agli schermi televisivi la bellezza di 750 milioni di spettatori: è il 29 luglio 1981, quando il principe di Galles porta all’altare la giovanissima Lady Diana Spencer. Nato come un sogno e trasformatosi rapidamente in un incubo, è stato scrutato, analizzato, radiografato da chiunque in ogni modo. La Royal Family ha deciso per il basso profilo e il quarantesimo anniversario è passato sotto un inglesissimo silenzio cui anche Lady Violet si è adeguata; se volete, questi due post ne trattano alcuni aspetti: Invitate al matrimonio del secolo e Diana the bride.
Alla fine del millennio Philippe, Duca di Brabante ed erede al trono belga, sembra avviato a un eterno celibato – situazione che come potrete immaginare presta il fianco a commenti più o meno discreti sul suo interesse per l’altro sesso – invece il 10 settembre 1999 arriva a sorpresa l’annuncio del fidanzamento.
Lei è Mathilde d’Udekem d’Acoz, il padre è barone (diventerà conte dopo le nozze della figlia), la madre discende da una famiglia principesca polacca. La fanciulla è giovane, bella, aristocratica, beneducata; ha studiato psicologia e lavora come logopedista. È anche belga, sarà la prima regina consorte ad essere nata nel paese e a parlare tutte e tre le lingue nazionali – francese, fiammingo e tedesco – il che è politicamente assai importante. Insomma è perfetta. Dopo il breve fidanzamento celebrato ufficialmente con un gala quindici giorni prima del matrimonio, e impermeabile alle voci che la vogliono agnello sacrificale in un matrimonio necessario ma combinato, la futura principessa affronta con la serenità e la pacatezza che abbiamo imparato a conoscere la lunga giornata nuziale. Per la cerimonia civile all’Hotel de Ville seguita da quella religiosa nella Cattedrale di Bruxelles dedicata ai Saints-Michel-et-Gudule, Mathilde indossa un abito disegnato per lei da Edouard Vermeulen, couturier della belga Maison Natan.
(Ph: Mossay/EPA/Shutterstock)
Quando si parla delle mise indossate dalle royal ladies del BeNeLux bisogna tenere a mente due nomi: Natan per gli abiti e Fabienne Delvigne per i cappelli (vi ricordate il fagiano in testa a Máxima al matrimonio di Guillaume e Stéphanie del Lussemburgo?). Natan ha già vestito la Regina Paola, è discretamente famoso (e famoso per la sua discrezione), annovera tra le sue clienti altre teste coronate come Silvia di Svezia; però non viene scelto immediatamente: la casa reale si rivolge a diversi couturier che presentano varie proposte. Vermeulen convince con la sua idea: per una futura principessa immagina un abito femminile e regale, moderno ma fuori dal tempo; per intenderci nulla a che vedere con quello di Diana del Galles della sorella dello sposo Astrid, con quelle maniche enormi così tipicamente anni ’80. La linea del modello dipende naturalmente dal tessuto; Mathilde vuole qualcosa di semplice e morbido, vuole la seta, ma è una scelta che presenta due problemi: da una parte il peso – in dicembre a Bruxelles l’inverno è già arrivato, e potrebbe perfino nevicare – dall’altra il fatto che un tessuto così leggero e privo di consistenza camminando tende a scivolare verso il basso aderendo alle gambe, qualcosa che dev’essere assolutamente evitato.
La soluzione è un pardessous – un cappotto di Corte lo definisce il couturier – con un collo montante che incornicia il bel viso della sposa; e coniuga il desiderio di Mathilde, che voleva sembrare uscita da un antico dipinto, con la certezza che sarà il suo volto ad attrarre per primo l’attenzione dei presenti (e dei fotografi). Un taglio sagomato sui fianchi fa sì che il soprabito si apra in uno strascico abbondante ma non pesante. Un insieme così lineare – seppure non privo di sontuosità – è il perfetto complemento dello splendido velo antico in pizzo di Bruxelles che le spose Ruffo di Calabria indossano dal 1877, quando Laure Mosselman du Chenoy, appartenente a un’importante famiglia belga, va in sposa a Fulco Ruffo di Calabria; sono i nonni della Regina Paola, che indossa il velo il giorno del suo matrimonio come prima di lei sua madre e dopo di lei figlia nuore e nipoti varie. Lo hanno indossato anche Mafalda d’Aosta, non a lungo sposa di Alessandro Ruffo e l’assai meno blasonata Melba Vicens Bello, intraprendente reginetta di bellezza da Santo Domingo, moglie (poi divorziata) di Fulco, fratello di Alessandro.
Mathilde ferma il suo voile de mariage con la Diamond Bandeau Tiara, prestito della suocera Paola. L’elegante diadema déco è composto da una serie di E stilizzate; fu realizzato per la regina Elisabeth, moglie di Albert I, che la offrì in dono alla nuora Astrid per la nascita del terzogenito Albert, il padre dello sposo e marito di Paola. La regina italiana ha indossato spesso questa tiara, anche come collier de chien.
Ciò che Lady Violet proprio non apprezzò di quel bel matrimonio fu il bouquet della sposa: rose bianche piccoli gigli e amaryllis affogati in una massa di fogliame verde che finiva per somigliare pericolosamente ad un cespuglio. Sicuramente sontuoso – o piuttosto abbondante – ma in contrasto con la ricercata morbidezza dell’abito. E a ventun’anni di distanza quella impressione resta immutata.
Entrambe le madri degli sposi scelgono le tradizionali tinte neutre, declinate in tonalità piuttosto scure; con la Reine Paola in un tailleur indeciso tra il grigio e il marrone, corredato di stola di astrakan per affrontare il rigore dell’esterno. Mi pare di ricordare che all’epoca si parlò di Armani come creatore, ma francamente non ci giurerei, non avendo trovato conferme. Osservando la mise, la giacca sembrerebbe avallare l’ipotesi, così come gli accessori, un po’ meno la gonna con quella lunghezza ibrida; in ogni caso elegante, e splendida.
Tra le altre signore presenti, molto chic – e non accade spesso – la sorella dello sposo Astrid con una mise che evoca gli anni ’40; pazzesca Margrethe di Danimarca in viola con un vortice di piume nere in testa; sempre bella ma un po’ troppo chiara Silvia di Svezia, perché alla fine pure il color ostrica finisce per sembrare bianco in foto ed è sempre, sempre, meglio di no.
La prima notizia è stata riportata anche dalla stampa italiana, e dunque forse la conoscete già (LadyViolet arriva un po’ in ritardo perché a sua volta impegnata in affari di famiglia). Dopo anni di indifferenza, dopo una lunga battaglia legale, dopo il gesto di Philippe, re figlio e fratello (La foto del giorno – Le colpe dei padri) finalmente Albert del Belgio ha incontrato la figlia Delphine, alla presenza della moglie Paola.
Al termine dell’incontro i tre hanno rilasciato una dichiarazione che dice tutto ciò che doveva essere detto: “Domenica 25 ottobre è iniziato un nuovo capitolo ricco di emozione, pace, comprensione e speranza. Durante il nostro incontro, avvenuto allo Château du Belvédère, ciascuno di noi ha potuto esprimere i propri sentimenti e le proprie esperienze con tranquillità ed empatia. Dopo tutto il fragore, le ferite e la sofferenza, è giunto il tempo del perdono, della guarigione e della riconciliazione. Questo è il cammino, paziente e talvolta difficile, che abbiamo deciso di percorrere, insieme. Questi primi passi aprono la via che ora spetta a noi percorrere serenamente. Delphine, Paola e Albert”. Insomma, tutto è bene ciò che finisce bene. E Paola è una gran donna.
Ora ci meritiamo un bel royal wedding?
Dal regno incantato del Buthan arrivano le foto – solo due, bisogna accontentarsi – di un matrimonio reale. La sposa è Eeuphelma Choden Wangchuck, sorella minore del re. I due hanno in comune il padre, il quarto Re Drago del Bhutan, ma madri diverse; va detto che le quattro mogli dell’ex re sono comunque sorelle fra di loro, quindi sempre famiglia è.
La principessa ha 27 anni, una laurea in Sociologia alla Georgetown University di Washington, ed è la Presidente del Comitato Paralimpico Nazionale. Lo sposo è Dasho Thinlay Norbu e ha 28 anni; dopo la laurea all’università di Delhi ha preso il brevetto di pilota, e dallo scorso anno lavora per la Drukair, la compagnia di bandiera nazionale. Inoltre – colpo di scena! – è il fratello minore della Regina Consorte Jetsun Pema. Non è il primo matrimonio “incrociato” a corte: una loro sorella ha sposato un altro fratello del Re. Come dicevamo, sono affari di famiglia; e di famiglia sembrano essere la bellezza, l’eleganza, la signorilità.
Portando con sé ciò che massimamente detesto: il caldo afoso (ma pure secco, io il caldo lo odio proprio, in ogni forma), è arrivato luglio. Forse sapete che prende il suo nome da Caius Julius Caesar, nato secondo la tradizione il 12 o il 13 del mese; l’omaggio gli fu reso dopo la morte da Marco Antonio, in considerazione del fatto che – oltre a tutte le altre imprese – Giulio Cesare riformò anche il calendario.
Nel febbraio 46 a.C. abbandonò quello lunare, che generava un progressivo allontanamento dal reale ciclo delle stagioni introducendo quello solare egizio. Secondo Plinio si avvalse degli studi di Sosigene d’Alessandria, che tanto per fare un po’ di royal gossip d’antan gli era stato presentato da Cleopatra, di cui l’astronomo era consigliere. Nasce così il calendario giuliano, che inizia non più a marzo ma a gennaio, il mese di Giano, custode di quel passaggio. Nonostante fosse basato su calcoli molto più accurati dei precedenti, anche il calendario giuliano finì col generare uno sfasamento: un giorno in eccedenza ogni 128 anni, per cui nel 1582 Papa Gregorio XIII ne decise la riforma, istituendo il calendario gregoriano, che è quello che seguiamo ancora oggi.
Il mese è iniziato con una notizia che non riguarda strettamente il mondo delle famiglie reali, ma per qualcuno potrebbe rivelarsi disastroso: l’FBI ha arrestato Ghislaine Maxwell, socialite figlia del famoso (e famigerato) editore e politico Robert, ma soprattutto sodale di Jeffrey Epstein, e accusata di procacciare – a lui e a chissà chi – ragazze giovanissime. Senza essere melodrammatici ho l’impressione che la morsa si stia stringendo intorno al Duca di York, vedremo come andrà a finire questa brutta storia.
Per fortuna luglio abbonda anche di royal wedding, e di conseguenti anniversari da celebrare (in rigoroso ordine cronologico). Era il 2 luglio 1959 quando Donna Paola Ruffo di Calabria dei Principi di Scilla, Palazzolo e Licodia Eubea sposa a Bruxelles Albert Félix Humbert Théodore Christian Eugène Marie, Principe di Liegi, fratello minore del re. La giovanissima Paola (quel giorno non ha ancora compiuto 22 anni) incanta tutti con la delicata bellezza, un po’ soffocata da un pesante abito di satin con cinque metri di strascico. Sul capo non ha una tiara; indossa però lo splendido velo di pizzo ereditato dalla nonna Laura Mosselman du Chenoy, che per felice coincidenza era belga. La Corte non ha diffuso nuove fotografie degli ex sovrani, che immagino si trovino ad affrontare qualche problema di salute e uno scandalo: la paternità extramatrimoniale di Albert, inequivocabilmente confermata dall’esame del DNA. (https://ladyvioletsofa.com/2020/01/27)
Nozze d’argento per il diadoco Pavlos e Marie-Chantal Miller, sposi il 1 luglio 1995 nella cattedrale greco-ortodossa Hagìa Sophìa a Londra, al cospetto di Her Majesty e di una marea di teste coronate, parenti di lui. E alla presenza di vari tycoon, colleghi del padre di lei, il miliardario angloamericano Robert, che è quello che si è inventato i duty free negli aeroporti. Per celebrare i 25 anni insieme una foto “casalinga” col dettaglio del fotografo – immagino uno dei loro cinque figli – riflesso nello specchio alle spalle della coppia. Una citazione del celeberrimo Las Meninas di Velazquez? In fondo Felipe e Pavlos sono cugini di primo grado! Nel suo messaggio sui social Marie-Chantal ci fa sapere di aver amato ogni secondo passato con this Gem of a man, questa perla d’uomo. Caso mai interessasse, la sontuosa composizione di peonie, rose e ortensie è opera di Rob van Helden, celebre fiorista che realizzò anche l’addobbo nuziale venticinque anni fa.
Doppio anniversario – e tre fotografie – per i Principi di Monaco, per loro nozze civili il 1 luglio 2011 e cerimonia religiosa il giorno seguente nella corte d’onore del Palais Princier.
Una versione più formale, con i gentlemen vestiti da cumenda, e le ladies in bianco e nero: piuttosto lugubre Charlène, che ha scoperto la passione per le trecce; stile piccola-invitata-al-matrimonio-forse-damigella-ma-non-si-sa per l’adorabile Gabriella, che si conferma la migliore della famiglia.
Seguono due scatti informali, genere felici al tramonto, col principe sovrano che sembra tinto (e forse lo è) nella sfumatura più chiara del celebre color menopausa, in blusa similhawaiana stile pensionato in Florida. Ma il cocktail con l’ombrellino dove l’avrà lasciato?
La Corte belga ha diffuso questa immagine per celebrare le nozze di diamante dei sovrani emeriti. Ci sono i tre figli con i rispettivi consorti, undici dei dodici nipoti e la pronipotina Anna Astrid, tra le braccia di papà Amedeo. Manca Joachim, secondo figlio maschio della principessa Astrid; in compenso la nuora della principessa e moglie di Amedeo, l’italiana Elisabetta (si sposarono a Roma, a Santa Maria in Trastevere, cinque anni fa), aspetta il secondo figlio, un secondo pronipotino per Albert e Paola. Che si conobbero a Roma, presentati dalla bellissima Myrta Barberini Colonna di Sciarra. Seguì un matrimonio da favola a Bruxelles, con la giovanissima sposa in un abito semplice (ma di haute couture) a sottolineare l’importanza del velo, ereditato dalla nonna belga, che continua a ornare il capo delle spose di famiglia: la figlia Astrid, le nuore Mathilde e Claire (e altre spose di casa Ruffo, tra cui Mafalda d’Aosta che sposò in prime nozze un nipote di Paola)
Tre figli, molti alti e bassi, una lunga separazione (col sospetto di una figlia illegittima), poi il trono, giunto un po’ inatteso alla morte di Re Baldovino, nel 1993.
Col tempo, superate le difficoltà, i coniugi sembrano aver ritrovato l’armonia, e sono sempre molto affettuosi l’uno con l’altra. E in fondo non è poco.
Prima o poi farò una ricerca accurata per trovare la risposta alla domanda che ogni tanto mi pongo: i royal votano? Her Majesty sono sicura di no, perché deve assicurare la propria imparzialità e non può parteggiare per alcuno, neanche nel segreto dell’urna. Secondo logica, tale principio dovrebbe valere per ogni sovrano in carica, ma probabilmente non vale per il resto della famiglia reale. Immagino che la Costituzione di ciascun paese definisca questo aspetto, ma in attesa di chiarire i miei dubbi ho trovato alcune immagini di royal elettori, che ieri hanno scelto i propri rappresentanti al Parlamento Europeo. Dal Belgio ecco i sovrani emeriti Albert e Paola uscire dal loro seggio con la tessera elettorale in mano, ed è un vero piacere vedere la regina d’origine italiana in ottima forma, e senza bastone, dopo l’episodio ischemico della scorsa estate. La loro secondogenita, la principessa Astrid, ha esercitato il diritto di voto insieme con il marito Lorenz d’Asburgo-Este e i tre figli minori Joachim, Luisa Maria e Laetizia Maria. Quest’ultima però, la ragazza al centro nella foto, ha appena compiuto sedici anni e dunque non ha solo accompagnato il resto della famiglia. Questa è l’Infanta Pilar, sorella maggiore del Rey Emerito Juan Carlos di Spagna, all’uscita dal suo seggio a Madrid, anche lei in buona forma nonostante il recente intervento chirurgico. Che votare faccia bene alla salute?