Cronaca di una giornata ricca e movimentata, perché va bene che ieri era il primo giorno di primavera e voi siete tutti contenti, ma chez Lady Violet il 21 marzo è soprattutto il compleanno di questa signorina qui, che ha girato la boa dei cinque anni.
Dopo aver comprato un guinzaglio nuovo (coi brillantini!) avendo rotto il precedente entrando in ascensore, dopo aver passeggiato e mangiato biscotti, è arrivato il momento dell’afternoon tea con le amiche (mie), che manco a dirlo sono tutte innamorate di lei e l’hanno sommersa di coccole e ottimi bocconcini che sono la sua passione (le coccole, ma pure i bocconcini). Forse non siamo del tutto obiettivi, ma la verità è che Miss Purple è veramente irresistibile, caratteristica che divide con tutti i canetti come lei – i Welsh Corgi Pembroke – tant’è che hanno ammaliato anche una famosa signora, come sapete bene. E tutte le volte che esco in sua compagnia, cioè praticamente sempre, c’è qualcuno che esclama: guarda, il cane della regina! E se volete vi racconterò tutta la storia dei royal corgis.
Poi accade che quella tra il 22 e il 23 marzo è per me la notte del più doloroso degli addii, ma questo è anche il giorno in cui gli antichi celebravano la morte di Attis e le viole nate dal suo sangue. Mito di morte e rinascita, che è la magia della primavera; e le viole sono fiori molto amati non solo da Lady Violet, ma pure da qualche regal personaggio che forse non vi aspettate. E se volete vi racconterò anche questa storia. 
Per celebrare tutti questi eventi io ho indossato questo, che non è una viola ma è viola, e in questa sua totale violitudine fu fatto per me nell’antro magico del genio dei bijoux, Kenneth Jay Lane.
La storia della mia passione per lui e per i suoi favolosi bijoux però ve l’ho già raccontata, anzi è una di quelle con cui ha esordito Lady Violet, e se non ve la ricordate o ve la siete persa la trovate qui Jackie, Kenneth e la collana dei sogni
Prima che il marito diventasse presidente, Peng era già famosissima in patria, un soprano che si esibiva in tutte le occasioni più importanti. Ora con la stessa impeccabile efficacia interpreta il ruolo di première dame; molto bella e molto elegante, le mise che definiscono il suo stile sono create da Ma Ke, designer abilissima nel reinterpretare la tradizione cinese in linguaggi contemporanei. Se le linee pulite e grafiche dei suoi sono spesso efficaci, lo stesso non si può dire dei colori: abbandonando le tinte brillanti – il rosso delle lacche, il blu delle porcellane Ming, il giallo riservato all’Imperatore – in favore delle palette neutre, il risultato non mi convince sempre.
Invece madame Peng deve proprio amare il greige dell’abito di oggi, che ha indossato (il colore, non l’abito) anche in precedenza, ad esempio per incontrare la Reina Letizia; che vi devo dire, non solo non mi sembra che esalti troppo il suo incarnato ma, forse anche a causa dell’imperscrutabile mimica orientale, mi ha ricordato i guerrieri di terracotta del Primo Imperatore, Quin Shi Huangdi.