Amo Botero. Amo la grazia delle sue figure deliziosamente grasse ed eleganti, come le due signore in abito Valentino commissionate da Vogue, che il couturier usò per la comunicazione della collezione Haute Couture Primavera/Estate 1981 (le trovate in fondo). Amo il modo in cui i volumi definiti dal colore piatto, senza ombreggiature, si inseriscono nello spazio del dipinto. Amo guardare i capolavori dell’arte europea attraverso i suoi occhi, quelli di un popolo e di una cultura più giovani e semplici che probabilmente trascurano il dettaglio ma colgono l’essenziale, e mi ricordano che l’arte è un processo dinamico, in continuo movimento, inesauribile.
Fernando Botero nasce a Medellín, la seconda città della Colombia, il 19 aprile 1932. Pittore e scultore (in piazza Matteotti a Pietrasanta il suo Guerriero) è sicuramente uno degli artisti più noti, quotati e “internazionali” dell’America Latina.
Sette anni fa, in occasione dell’ottantesimo compleanno, ha donato al Museo de Antioquia, nella sua città, le 61 opere della serie Viacrucis, che ho avuto occasione di vedere a Roma qualche anno fa, in mostra al Palaexpo. Ve ne propongo alcune.
El beso de Judas
Jesús y la multitud
Madre afligida
Cristo ha muerto
Dopo la tragedia del sacro la leggerezza del profano; queste le due Femme Meiade de Valentino, ora nella collezione del couturier.
Solo a me sembra Bocelli invecchiato?
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Non saprei, sarà che a me Bocelli non piace e Botero sì, non vedo una gran somiglianza (buona Pasqua mia cara)
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