Torna la rubrica domenicale, come si saranno vestite le nostre royal questa settimana?
Abiti da sera, vecchi nuovi e riciclati (forse)

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Ha fatto molto discutere l’abito di Alexander McQueen indossato dalla Duchessa di Cambridge martedì sera per l’annuale Gala della National Portrait Gallery.
La fantasia a fiori bianchi su fondo nero era già stata vista ai BAFTA 2017, ma il modello di allora metteva in risalto le spalle, mentre questo ha le mezze maniche. L’occhio acuto degli osservatori ha però notato delle differenze sulla posizione dei fiori al punto vita, per cui è sorto il dilemma: è il vecchio vestito, smontato e rimontato in sartoria, o magari all’epoca Catherine ricevette due esemplari diversi tra cui scegliere? Lady Violet francamente spera che di tale mise non ne esistano due versioni, una basta e avanza. Boh.

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Giovedì la famiglia reale svedese ha offerto un ricevimento per i membri del Parlamento. Da sinistra Sofia, moglie del principe Carl Philip in versione Elisa di Frozen, la regina Silvia banalotta col solito abito+giacchino in pizzo rosso e la principessa ereditaria Victoria cimiteriale con gonna nera tempestata di fiorellini bianchi in rilievo e camicia monacale più enormi orecchini a mezzaluna. Tre boh e non ne parliamo più.

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Sembra che il Principe di Galles sia rimasto incantato da Amal Clooney, invitata col marito George a Buckingham Palace per il Prince’s Trust mercoledì sera. Come dargli torto? La signora indossa un abito definito vintage dalla stampa anglosassone, che in effetti risale solo al 2007. Favoloso questo peplo bianco firmato da Stephane Rolland per Jean-Louis Scherrer, e favoloso il senso dello stile di Amal, che ama cercare le proprie mise anche in negozi particolari come William Vintage, dove ha scovato l’abito in questione. È questo uno store londinese che vende pezzi più o meno d’epoca (e più o meno firmati) a prezzi notevoli. Per cui date retta a Lady Violet, cercate nel guardaroba di mamme zie e nonne, che mischiare capi nuovi e vecchi (anche solo un accessorio) oggi è molto cool, e la manifattura italiana non ha nulla d invidiare a nessuno. Chic.
Purple!

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Lo sapete, quando Lady Violet vede viola non ragiona più, per cui quando la Duchessa di Cambridge è arrivata per una visita all’Henry Fawcett Children Centre non ha potuto reprimere un brivido di piacere. D’accordo, il pantapalazzo Jigsaw è troppo lungo, ma Catherine con quella camicia lilla di Gucci risplende. Se non ricordo male in quel modello l’allacciatura e il fiocco dovrebbero andare sulla schiena (guardate dove sono i bottoni del polsino) ma mi piace quest’interpretazione più classica, e mi piace soprattutto l’idea di giocare con gli abiti, brava! A questo punto le perdono pure la borsa da sciuretta (Aspinal of London). Chic.

(Ph. Sara Friberg/Kungl. Hovstaterna)
Giovedì Victoria di Svezia ha ricevuto a Palazzo Reale Justin Vaïsse, funzionario del Ministero degli Esteri francese. Dimenticabile la camicia, i pantaloni segnano un po’, ma la giacca (Tara Jarmon) è, e la rende, chic.
Pantaloni e tute
Questa signora è HRH Sirivannavari Nariratana, e suo padre è il nuovo re di Thailandia, Vajiralongkorn, Rama X. Non sta chiamando un taxi, ma saluta il pubblico al termine della sfilata Primavera Estate del suo fashion brand, a Bangkok. Appassionata di moda (che ha pure ampiamente studiato in varie scuole, giuro), evidentemente stufa di indossare Chanel Hermès e Valentino ha deciso di proporre alle signore thai i suoi modelli. A parte la sahariana con maniche in tulle e incerta struttura, il combo pantaloni combat su cosciotte cortine più sandali dimostra che nonostante le performance di Mariah Carey non s’è ancora imparato nulla. Shock.

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Vi vedo sapete? Vi state dicendo che certe ‘interpretazioni’ di stile in Estremo Oriente sono abbastanza comuni e anche comprensibili, ma nella vecchia Europa… ecco, in rappresentanza della vecchia Europa venerdì è scesa in campo una regina, bella bionda alta e sottile, che ha pensato di intervenire al concerto della Chamber Orchestra of Europe ad Anversa così. Tuta di Diane von Fürstenberg, sopra kimono e sotto tendaggio, in una schizofrenica fantasia floreale. Mathilde aveva già indossato questo capetto, speravo che il suo guardaroba l’avesse inghiottito e invece no. Purtroppo. Shock.
Dato che i britannici in generale, e i reali in particolare, in questo campo sono imbattibili, c’è sempre il momento simpatia consistente nell’omaggio del trifoglio alla mascotte del reggimento, in questo caso il levriero irlandese (avanguardia pura!) a nome Domhnall (indovinate? classico nome irlandese! tipo quei mastini napoletani che si chiamano Gennaro). 
Se nella recente visita in Irlanda del Nord era toccato a Catherine, oggi è stato William a mettersi dietro il bancone della Brains Brewery, storica birreria di Cardiff e sponsor della Wales Rugby Union. William era nella capitale gallese per assistere al match del torneo Sei Nazioni; il Galles ha sonoramente sconfitto l’Irlanda per 25 a 7, conquistando così il Grande Slam. E mentre i gallesi lunedì si godono una giornata di festa per celebrare la vittoria, con uffici e scuole chiusi, noi che coerentemente abbiamo perso tutte le partite ci consoleremo con l’ennesimo cucchiaio di legno. Alla fine avremo un servizio da dodici!
Apparteneva proprio alla scrittrice lo yacht da cui la giovane Elizabeth – non saprei dire se ancora principessa o già regina – scruta il mare, talmente glamourous da mettere in ombra anche il fascinoso marito.
Yacht? Abbiamo detto yacht? Ecco Charles e Anne, ciascuno sul suo yacht personale, con cappellino da marinaretto d’ordinanza e ufficiali di marina a fare da scorta. E non mi dite che voi non avevate la vostra barchetta personale a bordo di una nave della Marina Militare!
Ecco a voi un royal picnic nella tenuta scozzese: lei impeccabile con giacca abbottonata e doppio filo di perle, lui in tweed con calzoni alla zuava. Ora, considerando che gli Zuavi erano Berberi algerini, che i reggimenti zuavi appartenevano principalmente all’esercito francese, che altri zuavi famosi erano quelli pontifici, capite bene che gli Inglesi si sono premuniti di dare un nome diverso a tali pantaloni.
E li hanno battezzati plus fours dato che la loro lunghezza supera il ginocchio di quattro pollici, four inches. Ma quanto somigliano William e Harry al nonno?
Torta al cioccolato, due candeline azzurre più due di quei diabolici candelotti (li detesto, e sono pure dannosi perché la combustione provoca la caduta di particelle di metalli pesanti sulla torta). Sarà il look impiegatizio del principe, sarà il sottotorta di carta su vassoio d’argento, il tutto ha un’aria un po’ mesta. Per fortuna ci sono i gemelli a movimentare la scena! Soprattutto Gabriella, che sembra più aperta e allegra del fratello, e sembra anche somigliare a nonna Grace, mentre Jacques ha ripreso l’aspetto convenzionalmente teutonico della madre. In gioventù Albert era veramente il prototipo del principe azzurro, biondo, sportivo, colto, gentile. Col passare degli anni ha perso molti capelli e gran parte di quell’aura incantata, mantiene una certa piacevolezza ma è ormai più un cugino affidabile che un eroe romantico. Come il Principato su cui regna, gran parte del glamour dei tempi d’oro è evaporato, e la mogia presenza della sua sposa non aiuta. Ancora una volta, speriamo nei gemelli!
Nonostante sia noto che la puntualità è la cortesia dei rei, la Reina è arrivata con venti minuti di ritardo, attribuito all’immancabile traffico. Nell’attesa, Charles se n’è andato a sbirciare i quadri per fatti suoi, ma all’arrivo della sua ospite si è fatto trovare al suo posto nella Sainsbury Wing, ha salutato Letizia con due baci sulle guance seguiti da un baciamano, e l’ha accompagnata alla scoperta della mostra. Da parte sua la Reina, in abito Carolina Herrera a fiori stilizzati con accessori blu scuro, i capelli spettinatissimi in una coda di cavallo, ha distribuito il suo charme per ogni dove, mostrando un’ottima conoscenza sia del pittore sia della lingua inglese.
Beatrice di York è arrivata col suo boyfriend Edoardo Mapelli Mozzi, rendendo pubblico un amore nato lo scorso ottobre e finora rimasto al riparo da sguardi indiscreti. Lei indossava un raffinato abito in velluto di Azzedine Alaïa (in vendita su NET-A-PORTER per la modica cifra di 5.660 sterline) che purtroppo non le donava affatto – tanto che più di uno ha commentato che più che sul red carpet la nostra Bea era nel red carpet – con l’aggravante delle scarpe Jimmy Choo in velluto blu con borsa e calze nere.
Un impegno che deve essere stato piacevole per la duchessa che in Canada, a Toronto, ha vissuto durante i sei anni in cui ha girato Suits; e naturalmente non è mancato l’omaggio per baby Sussex di un body col simbolo nazionale, la foglia d’acero. Canadese anche la sua mise, un insieme abito più cappotto in verde bosco firmato Erdem. Ho trovato deliziosa Meghan col modello che ricorda gli anni ’60, molto adatto anche al suo stato. Poi ho visto quelle decorazioni nere luccicanti sparse in ogni dove, e tornarmi in mente l’episodio che sto per raccontarvi è stato un attimo.
Scriveva su alcune riviste che comprava la mia mamma, e fu leggendo la sua posta del cuore su Grazia che sviluppai una passione per lei, il suo garbo, l’intelligenza, lo humour. Era la metà degli anni ’70 quando ricevette la lettera di una promessa sposa che le chiedeva un parere sull’abito da indossare nel gran giorno. Non essendo più illibata, la fanciulla escludeva il bianco e si era orientata su un completo gonna a ruota più gilet (assai di moda dopo la leggendaria collezione russa di Saint Laurent del 1976) da realizzare in panno verde chiaro. Grazie all’abilità di una cugina, la nubenda pensava di movimentare la sua mise facendo ricamare sparse qua e là delle note musicali nere, che avrebbero alluso alla professione del promesso sposo, che suonava in un’orchestrina. «Cosa ne pensa?» domandava l’incauta «che effetto farebbe?» «L’effetto di un’ecatombe di mosche su un gelato al pistacchio» fu la lapidaria risposta.
Il momento clou della giornata è la funzione a Westminster Abbey, dove Sua Maestà è arrivata scortata dal figlio Andrew, The Duke of York ma senza il principe consorte Philip.
Sfolgorante in deep purple la regina dà la consueta lezione di stile e ce ne aggiunge pure una di stilosissimo riciclo: cappotto con profili in velluto, il tocco di una spilla diamanti e ametista (parte della Kent Demi-Parure) e l’immancabile cappello in tinta. Un insieme visto la prima volta il 24 novembre 2016, sempre a Westminster Abbey, al Thanksgiving per il sessantesimo anniversario del Duke of Edinburgh Award, e più di recente il primo giorno della visita dei reali d’Olanda (ricordate? Date un’occhiata qui
La Duchessa di Cornovaglia ha scelto l’indaco: pardessous di velluto con grandi alamari e in testa un casco rigido dello stesso velluto con piume svolazzanti, una specie di Anna Karenina in motocicletta. Brutta e sbagliata la borsa, non brutti ma ugualmente sbagliati i guanti con quel motivo di rombi sul polsino. Camilla, ma che hai combinato?
La Duchessa di Cambridge va sul sicuro – pure troppo – col cappottino rosso Catherine Walker già indossato in precedenza, accessoriato con un cappellino nuovo che fa un po’ effetto pizza, saldamente in bilico nonostante il forte vento. Molto chic l’abbinamento con borsa e scarpe tortora, ma in definitiva manca l’effetto wow.
La Duchessa di Sussex ha optato per il bianco come l’anno scorso, alla sua prima uscita con la Royal Family. L’abito con stampa a catene (sarà un metamessaggio?) è di Victoria Beckham, ed evidentemente pure il cappotto, dato che sembra foderato nello stesso tessuto del vestito; scelta chic nonostante la damascatura del pardessous, che stona un po’ pure col tocco rock delle catene. Non mi piacciono gli accessori verde scuro – men che meno la forma della borsa – ma ogni considerazione impallidisce quando si arriva all’altezza del bel viso della duchessa. Meghan mia, ma che ti passa per la testa? Non si vedeva un copricapo del genere dalla caduta dell’impero ottomano.