Il Principe di Galles ha vinto The Lifetime Achievement Award for Services to Philantrophy, un premio promosso dal magazine GQ, che gli dedica anche la copertina del prossimo numero.
Lady Violet è rimasta colpita da tre cose. La prima: il modo in cui il principe ha impiegato il tempo lunghissimo che l’ha separato – e ancora lo separa – dal lavoro per cui si prepara da una vita. Charles è diventato un punto di riferimento nella tutela del territorio, sia che si parli di sviluppo sostenibile o di riscaldamento globale. Nella sua tenuta di Highrove applica i principi dell’agricoltura biologica, ha realizzato una linea di prodotti alimentari di qualità la cui vendita contribuisce a finanziare i progetti del Prince’s Trust.
La seconda: se andate sul profilo che è la “voce” del principe su twitter (@ClarenceHouse) la maggioranza dei commenti sotto la notizia è “well deserved”, ampiamente meritato, e ci sono anche riferimenti alla differenza che Charles, attraverso il Prince’s Trust, ha fatto nelle vite di molti. Dal 1976 il Trust aiuta ogni anno circa 60.000 giovani di età compresa tra 18 e 30 anni con progetti culturali, di istruzione, finanziamenti, perché possano raggiungere i loro obiettivi.
La terza: ma quant’è chic quest’uomo? Non avrà lo charme del padre, non avrà il carisma della madre, ma anche qui ha saputo trovare un ambito in cui eccellere, sempre con garbo e una certa ironia.
Insomma, s’è capito che Lady Violet è carlista?
L’occasione: un concerto per celebrare il centenario della fine della prima guerra mondiale, dal titolo 100 Days Of Peace. Meghan era in blu, colore che abbiamo già visto quanto le stia bene, scelto in una tonalità più chiara, alla penultima moda. L’abito, firmato Jason Wo, ha una serie di inserti che donano movimento e probabilmente si apprezzano appunto più in movimento che nella staticità delle foto.
Dunque, caro Harry, il blu scuro ti dona assai, il tuo carattere fa il resto, ma quella cravatta color fango la vogliamo buttare? Perché non ne rubi qualcuna a papà? Fammi contenta, dai.